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Cronaca venerdì 31 maggio 2019 ore 13:36

Lavori fittizi per avere i permessi di soggiorno

Una maxi operazione della polizia ha portato a sette misure di custodia cautelare per favoreggiamento all'immigrazione clandestina



LIVORNO — Sette misure di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, quattro livornesi e tre di origine napoletana, e 11 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti cittadini stranieri. Sono i numeri di una vasta operazione di polizia in corso dall'alba di oggi a Livorno.

I sette indagati, per i quali sono scattate le misure di custodia cautelare (tre in carcere e 4 agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo), sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

L’attività d’indagine ha avuto inizio nell’ottobre del 2018, quando l’Inps di Livorno ha segnalato alla squadra mobile l’esistenza di rapporti lavorativi domestici definiti “sospetti” perché mancanti di alcuni requisiti richiesti e in cui 3 indagati, figuravano come datori di lavoro di numerosissimi cittadini stranieri.

Successivi sviluppi investigativi, consistiti nell’acquisizione di documentazione amministrativa presso diversi Uffici Immigrazione del territorio italiano, e mediante la disamina di documentazione bancaria, supportati da attività di intercettazioni telefoniche, avrebbero consentito di accertare che tre di loro, coadiuvati dagli altri indagati, avrebbero posto in essere un articolato e ben collaudato sistema diretto a favorire, mediante la produzione di contratti di lavoro ideologicamente falsi o mediante la realizzazione di matrimoni fittizi con cittadini italiani, la permanenza illegale di cittadini stranieri che, in tal modo, hanno ottenuto, pagando un corrispettivo che poteva arrivare anche alla cifra di 5mila euro, il permesso di soggiorno.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state eseguite alcune perquisizioni anche con la collaborazione delle Squadre Mobili di Roma, Mantova, Lecco, Sondrio e Bergamo e Parma delegate dall’autorità giudiziaria procedente, nei confronti di 15 cittadini stranieri ritenuti responsabili di aver indotto in errore, mediante la produzione di documentazione fittizia (contratti di lavoro, buste paga, Cud), i pubblici ufficiali preposti al rilascio dei permessi di soggiorno, i quali conseguentemente hanno rilasciato permessi di soggiorno ideologicamente falsi.

Sono ancora in atto approfondimenti delle attività investigative volte a verificare ulteriormente la posizione di cittadini stranieri che hanno utilizzato contratti di lavoro inesistenti, sia pur regolarmente denunciati, per ottenere un titolo di soggiorno.


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