Lavoro

“Chiediamo rispetto per il nostro lavoro”

Con l’ingresso in zona arancione a ridosso di San Valentino, Fiepet pubblici esercizi Confesercenti segnala tutte le criticità del sistema stop e go

Locali chiusi (Foto di repertorio)

“Purtroppo è ufficiale il passaggio della Toscana in zona arancione da domenica e sono rimasti inascoltati i nostri appelli per salvare almeno il San Valentino. Sarebbe davvero un terribile disastro per bar e ristoranti, che hanno già raccolto le prenotazioni per il fine settimana e si trovano ora di fronte alla necessità di provvedere agli acquisti per il pranzo di domenica. E’ inaccettabile continuare a lavorare in un clima di incertezza costante e senza programmazione”. Questo è il quadro tracciato da Confesercenti di fronte ai nuovi provvedimenti del Governo per il contenimento dei contagi da Covid-19 in Toscana.

“Ci troviamo ancora in una situazione di profonda incertezza per le nostre imprese.– ha affermato Vincenzo Cananzi referente provinciale Fiepet pubblici esercizi Confesercenti - Bar, pub, ristoranti e le altre attività del food sono al limite. Stiamo subendo un meccanismo stop and go che mortifica ed annichilisce il lavoro, l’impresa, gli investimenti e chiunque progetti di continuare a mandare avanti la propria attività autonoma; chiediamo rispetto e certezze per il nostro lavoro. Non possiamo rinunciare all’idea di tornare in una situazione di pseudo normalità e convivenza con il virus; auspichiamo di trovare nel nuovo Governo un interlocutore capace e competente per superare questo insostenibile momento di stallo”.

Alle istituzioni la richiesta di risposte chiare e immediate per le imprese, ma soprattutto un sistema che permetta una più ottimale organizzazione del lavoro.

“Tutti noi crediamo che sia fondamentale tutelare e salvaguardare l’aspetto sanitario, rispettando le regole e misure previste; ma questa situazione è diventata insostenibile. – ha continuato Cananzi – e tutto questo diventa ancora più drammatico in vista del weekend di San Valentino, con i ristoranti che hanno già preso le prenotazioni ed acquistato la merce. Occorre mettere in campo una nuova politica di convivenza con il virus. Fatta di nuovi strumenti normativi, che non possono limitarsi a divieti e limitazioni all’attività di impresa. Ma anche di aiuti veri, concreti, sostanziali, che non tengano conto, per esempio del Codice Ateco, ma del calo sostanziale del fatturato”.