Cronaca

L'imprenditore patteggia, i beni sono confiscati

Confermato in tribunale il reato di bancarotta fraudolenta, la Guardia di Finanza aveva già sequestrato in via preventiva immobili e conti correnti

La Guardia di Finanza di Livorno ha definitivamente confiscato i beni sequestrati al responsabile di una concessionaria d’auto labronica che, nel 2016, compì il reato di bancarotta fraudolenta aggravata, con una distrazione di denaro per 2,7 milioni di euro complessivi, come dimostrato al termine di una lunga indagine fiscale.

Le indagini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Livorno, portarono alla luce finanziamenti a imprese collegate per oltre 2 milioni di euro, mai rientrati, nonché la sparizione dalla cassa di denaro contante per 324mila euro per spese personali, oltre a ingiustificati compensi per amministratore pari a 365mila euro, con il depauperamento di buona parte del patrimonio aziendale.

Nel Febbraio 2017 il Gip del Tribunale di Livorno emise, nei confronti dell'amministratore unico della società, la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale e di ricoprire uffici direttivi in persone giuridiche e imprese. Inoltre, per tutelare i creditori nell’ambito della procedura di concordato preventivo, dispose anche il sequestro preventivo della quota del 50% di un appartamento in provincia di Pisa (del valore complessivo di 252mila euro) nonché di conti correnti bancari, sia personali che delle società che beneficiarono dei prestiti, per ulteriori 15mila euro

Ben poca cosa rispetto ai 2,7 milioni di euro distratti e fatti sparire dall'imprenditore che, patteggiando in tribunale, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Ad ogni modo la sentenza, divenuta definitiva, ha portato alla confisca dei pochi beni in precedenza sequestrati.