Cronaca

Bonus facciate, falsi crediti per 3,5 milioni

La Guardia di finanza ha effettuato il sequestro della cifra nei confronti di due ditte edili per lavori mai effettuati

Sono stati sequestrati preventivamente circa 3,5 milioni di euro ritenuti crediti fittizi in base ad un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno.

Le indagini partite da una mirata analisi di contesto, estesa a tutta la provincia, riguardante gli ingenti bonus fiscali nel settore edile, è stata svolta dai finanzieri e coordinata dal Comando provinciale.

E’ così emersa quella che gli inquirenti ritengono fosse "un’articolata rete criminale, ideata e gestita dal titolare di uno studio di consulenza fiscale con il diretto coinvolgimento di due società edili", come spiegano dalla di finanza in una nota.

Il meccanismo di frode sarebbe consistito nel generare, sulla base di comunicazioni presentate online all’Agenzia delle Entrate, fittizi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi, in realtà mai realizzati, rientranti nel regime applicativo dei cosiddetto “Bonus facciate”  in base agli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020.

Il tutto, come sottolineano dalla Guardia di finanza, all’insaputa dei proprietari degli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia che, pur risultando formalmente beneficiari delle agevolazioni fiscali, hanno negato di aver intrattenuto rapporti con gli indagati, e di aver eseguito interventi di manutenzione sui propri appartamenti. 

Tra l’altro i lavori ed i relativi costi, del tutto fittizi, risultano assolutamente incoerenti con la ridotta metratura degli appartamenti indicati nelle dichiarazioni inviate all’Agenzia delle Entrate; dichiarazioni che, tuttavia, hanno generato nei cassetti fiscali un imponente ed illecito credito d’imposta, fortunatamente bloccato dai finanzieri poco prima che venisse “monetizzato”.

Il reato contestato è quello di truffa per aver generato solo cartolarmente – mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti ed invio telematico delle comunicazioni prescritte dagli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020 – crediti d’imposta fittizi, successivamente ceduti, per poi essere monetizzati, nel cassetto fiscale delle società edili. 

"Il servizio svolto, - si legge nella nota della Guardia di Finanza - coordinato dal Comando Provinciale di Livorno, testimonia l’importanza che la Guardia di Finanza assegna – quale forza di polizia economico/finanziaria a tutela della spesa pubblica – al regolare utilizzo delle risorse dello Stato necessarie per garantire la ripresa del Paese: vista l’attuale congiuntura economica negativa è prioritario assicurare la corretta destinazione delle somme erogate alla collettività, nel contempo individuando i frodatori che pregiudicano il giusto impiego di ingenti risorse pubbliche a danno di tutti".

Si tratta di indagini preliminari i cui risultati dovranno poi essere verificate nel corso del giudizio.