Politica

Livorno ha un nuovo piano strutturale

Approvata l'adozione dalla maggioranza in Consiglio comunale. L'assessore all'urbanistica Aurigi: “E’ il piano del cambiamento”

Livorno vista da Montenero

Stop all’espansione indiscriminata del territorio urbanizzato, apertura a nuove forme di sviluppo economico, valorizzazione e tutela delle aree agricole, individuazione delle zone a vocazione produttiva e di quelle a vocazione turistico ricettiva, potenziamento degli assi viabilistici nord-sud e est ovest per liberare dal traffico in eccesso il lungomare, creazione di un tessuto urbano resiliente.


Sono questi, in sintesi, i punti cardine del nuovo Piano Strutturale approvato dal Consiglio Comunale di Livorno. Un piano che arriva a 22 anni di distanza dall’ultimo strumento di pianificazione strategica (il vecchio piano strutturale) approvato dal Comune nel 1996 e che è il frutto di un lungo lavoro in sinergia tra gli uffici del Comune e l’Associazione temporanea di imprese guidata dall’architetto Augusto Cagnardi e composta da tre studi di progettazione (Gregotti Associati, Sintesis, Modimar).
Questo provvedimento, che è stato approvato lo scorso 18 luglio da parte della maggioranza dei componenti della IV Commissione Consiliare, dopo un lungo iter che ha visto 6 incontri pubblici aperti a tutti i cittadini e 13 passaggi in commissione.

“Finalmente - sottolinea l’assessore comunale all'urbanistica Alessandro Aurigi - Livorno ha un nuovo Piano Strutturale che fissa le linee guida del futuro sviluppo della città e pone fine alla cementificazione indiscriminata. All’espansione della città abbiamo preferito il recupero e la riqualificazione dell’esistente. Allo svuotamento delle aree rurali abbiamo preferito il loro rilancio e il recupero dell’agricoltura professionale e amatoriale. All’utilizzo del viale Italia come principale asse di collegamento nord-sud, abbiamo preferito il potenziamento della cerchia dei viali e della variante Aurelia. Un piano strutturale che, proprio per questi motivi, segna uno spartiacque nella storia della città. Ecco perché possiamo parlare di piano del cambiamento”.