Cronaca

"Il porto snodo di traffici illeciti"

L'allarme arriva dalla Fondazione Caponnetto nel consueto report sulla lotta alla mafia, che ha focalizzato l'attenzione sulla zona livornese

I numerosi sequestri di quantità ingenti di cocaina negli ultimi dieci anni, ma anche la scoperta di altri traffici illeciti che hanno avuto come teatro il porto labronico.

La Fondazione Caponnetto che oggi ha illustrato il consueto report nelle prospettive di lotta alla mafia ha parlato, per quanto riguarda la criminalità organizzata, del porto di Livorno come "Una zona rossa".

"Nel corso delle varie operazioni di Polizia che si sono succedute negli anni", ha detto Renato Scalia, membro della Fondazione e consulente della commissione antimafia, "E' stata individuata la presenza di 25 clan, con valori economici dei sequestri molto importanti".

"La criminalità organizzata può avvalersi anche di “aderenze” nello scalo portuale di Livorno. Ciò è stato appurato nell'ambito di alcune delle operazioni di polizia", ha aggiunto Scalia.

Proprio il ruolo del porto di Livorno come crocevia di traffici illeciti dovrebbe, sempre secondo Scalia, essere considerato anche in una vicenda ancora rimasta in gran parte senza risposte, quella del Moby Prince, dove "Ci sono stati due pentiti di ndrangheta che hanno fatto riferimenti in passato, nelle loro dichiarazioni, a questa circostanza".
Il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri ha lanciato un grido d'allarme:"Questo è il momento più buio degli ultimi 30 anni. Il tema della lotta alla mafia non trova più spazio politico".