Cronaca

La banda livornese dedita allo spaccio di coca

Rivelati i dettagli dell'operazione "Porto nascosto": due donne rifornivano gli spacciatori trasportando la droga dal messico, otto gli arrestati

Come già anticipato, nelle prime ore di questa mattina i carabinieri di Livorno hanno arrestato otto persone, fra Livorno e Ravenna, ritenute responsabili di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, mentre una nona persona risulta indagata in stato di libertà per il medesimo reato. Adesso ulteriori dettagli.

L’indagine, denominata Porto nascosto”, coordinata dal pm Massimo Mannucci, ha preso le mosse lo scorso ottobre quando i militari dell’Arma, a seguito di risultanze derivanti dall’attività di controllo del territorio, sono riusciti ad individuare alcuni giovani livornesi quali abitudinari spacciatori di cocaina sul territorio.

È stata avviata così una complessa attività investigativa, con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha coordinato le attività all’estero e fornito supporto informativo e tecnico, che ha consentito di individuare il canale di rifornimento. La droga, stoccata in Messico, veniva trasportata via aereo da due donne, di origine messicana, ma dimoranti in Italia, che la occultavano abilmente sulla propria persona o all’interno dei propri bagagli. I viaggi transoceanici venivano effettuati con cadenza quadrimestrale.

Al ritorno in uno dei loro viaggi dal Messico, a giugno, le due donne sono state tratte in arresto, una a Livorno ed una in provincia di Bologna, perché trovate complessivamente in possesso di 850 grammi di cocaina pura, nonché di materiale per il confezionamento e il taglio dello stupefacente.

Questa mattina, oltre alle due donne, sono stati arrestati anche sei italiani, di cui cinque livornesi ed un emiliano, accusati di aver immesso e ceduto lo stupefacente sulla piazza labronica, ove le consegne al dettaglio avvenivano su appuntamento concordato telefonicamente o tramite WhatsApp.

Le indagini hanno anche acclarato come, attraverso una tabaccheria di Livorno, venivano effettuati movimenti di denaro, sfruttando i circuiti finanziari di Postpay e WesternUnion, attraverso i quali venivano effettuate ricariche di tessere prepagate, al fine di alimentare il circuito illecito dello stupefacente proveniente dal Messico.

Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, raccolti dal Nucleo Operativo della Compagnia di Livorno, la Procura di Livorno ha richiesto per sette degli indagati l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e per un altro gli arresti domiciliari, con l’accusa di concorso e detenzione ai fini di spaccio, trovando la piena concordanza da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

A carico di tutti e nove gli indagati sono state eseguite perquisizioni locali e personali.