Cronaca

Moby Prince, familiari scrivono a Mattarella

Dopo lo stop alla causa civile i familiari delle vittime hanno indirizzato una lettera al Capo dello Stato e alle massime cariche istituzionali

Le associazioni "140" e "10 Aprile" che riuniscono i familiari delle vittime del Moby Prince, il traghetto andato a fuoco nella rada del porto di Livorno dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo 30 anni fa, hanno scritto una lettera al Capo dello Stato, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro della Giustizia, dopo lo stop alla causa civile intentata allo Stato e bocciata recentemente dal tribunale di Firenze.

"Siamo stati trattati da questuanti", si legge nella missiva, ricordando come pochi giorni il magistrato a cui la causa civile era stata affidata l'abbia bocciata "Non tenendo conto del lavoro della commissione di inchiesta del Senato". 

I familiari delle vittime si sono visti così negare le richieste di risarcimento indirizzate ai ministeri della Difesa e dei Trasporti e parlano di "Ennesimo schiaffo giudiziario".

"Sono passati 30 anni da quella tragica notte in cui 140 persone, uomini donne e bambini sono stati lasciati lentamente a bruciare e soffocare, senza che nessuno prestasse ne' organizzasse soccorso".

"Chiediamo con dolore ma con dignità - scrivono ancora nella lettera - che ci vengano date delle risposte, non possiamo più tollerare i silenzi di trent'anni, il muro di omertà che si è frapposto fra noi e la Verità deve finalmente cadere".