Una interrogazione parlamentare è stata presentata dall'onorevole Marco Grimaldi, Alleanza Verdi Sinistra, ai Ministridelle Infrastrutture e della Difesa per fare chiarezza sull'arrivo e lo sbarco della nave statunitense Slnc Severn al porto di Livorno.
"L'11 maggio - spiega Grimaldi -, la nave è approdata al Molo Italia, trasportando mezzi e materiale logistico militare - tra cui 12 jeep dotate di sistemi d'arma - classificati per la maggior parte come materiale commerciale. Le operazioni di sbarco hanno destato immediatamente gravi perplessità: mancavano documenti di bonifica sui mezzi provenienti da esercitazioni militari condotte in aree potenzialmente contaminate; non vi era trasparenza sul contenuto dei container; e le autorità di controllo non erano state informate della natura militare del carico".
Per ostacolare il passaggio degli armamenti, Gap - Gruppo Autonomo Portuali e l'Usb - che ha proclamato uno sciopero il 12 Maggio - hanno promosso un presidio al Varco Valessini. Tuttavia, nel tentativo di aggirare la mobilitazione, i convogli militari sono stati fatti transitare dal porto turistico, modalità che solleva gravi interrogativi sotto il profilo della sicurezza e della legalità".
A fronte di tali anomalie, il Gap ha depositato un esposto in procura e ha richiesto l'accesso agli atti, coinvolgendo Autorità Portuale, Capitaneria di porto, Prefettura e sindaci."
"Anche l'Amministrazione comunale - prosegue la nota - avrebbe avanzato richiesta di chiarimenti al Prefetto, in coerenza con la mozione del Consiglio Comunale del 2021 contro il traffico di armi in porto e per la tutela dell'obiezione di coscienza dei lavoratori".
Grimaldi chiede inoltre come sia possibile che "mezzi impiegati in operazioni militari e diretti verso Camp Darby, una delle più grandi basi logistiche Usa in Europa, siano classificati come commerciali; quali misure intenda adottare il Governo affinché, nel rispetto dell'art. 11 della Costituzione, i lavoratori della logistica e dei trasporti siano informati, formati e tutelati nel loro diritto all'obiezione di coscienza".