Cronaca

Spaccio, lesioni ed estorsione, quattro arresti

Le indagini dei carabinieri hanno scoperto una organizzazione criminale formata da due coppie con base al circolino per anziani

Un giro di spaccio di droga che in meno di 6 mesi ha prodotto oltre 1.200 cessioni per un importo complessivo che ha oltrepassato i 30.000 euro.

Questo è quanto emerge da una indagine dei carabinieri della Compagnia di Livorno, che su disposizione della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito in mattinata un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persine, due uomini e due donne, tra i 38 e i 50 anni, tutti livornesi, gravemente indiziati, in concorso e a vario titolo, dei reati di spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e lesioni personali.

L’indagine, come spiegano i carabinieri in una nota, è stata avviata all’inizio del 2024, quando un livornese di 40 anni, dopo aver intrattenuto un rapporto sessuale con una prostituta, ha denunciato presso una Stazione carabinieri di Livorno di essere stato brutalmente picchiato dal fidanzato della donna  di essere stato minacciato più volte nei giorni successivi.

Motivo dell’aggressione ipotizzato fin da subito è stato il mancato pagamento dei 150 euro pattuiti per la prestazione della donna. Da qui sono partiti gli approfondimenti dei carabinieri.

La successiva attività investigativa, che ha monitorato le varie condotte delittuose per circa quattro mesi, ha permesso di raccogliere a carico della coppia, composta da un uomo pregiudicato di 40 anni e una donna di 32, numerosi indizi di colpevolezza in merito a una fiorente attività di spaccio attuata prevalentemente nei quartieri di Leccia e Scopaia e di portare alla luce l’attività illegale di altri due indagati, un 50enne e una 38enne, anch’essi legati da una relazione, dediti sempre ad attività connesse allo smercio di sostanze nei medesimi succitati quartieri di Livorno e in alcuni casi anche nell’area di Antignano e in centro città.

Dalle attività è emerso che tutti gli indagati si conoscevano e che hanno collaborato nella frenetica compravendita di stupefacenti; infatti spesso, quando uno di loro era impegnato o si trovava fuori città, indirizzava i clienti verso gli altri.

Centro nevralgico dello spaccio si è rivelato essere un luogo di ritrovo per anziani del quartiere, denominato “Circolino”, luogo frequentato anche da giovanissimi.

Da uno degli indagati il circolino viene definito come il “suo ufficio”, ad indicare il continuo andirivieni di soggetti tossicodipendenti, molti dei quali sono stati ascoltati come testimoni. 

Per il confezionamento e la detenzione di quantità più cospicue di stupefacente venivano usati appartamenti di altri soggetti che erano poi ricompensati con dei cosiddetti “regalini”.

A carico di una delle due coppie sono stati registrati contatti che hanno confermato in maniera inequivocabile la cessione, autonomamente ma anche in coppia, di ben oltre 600 dosi di sostanze stupefacenti; si tratta soprattutto di cocaina, ma anche hashish e marijuana. 

Il linguaggio utilizzato dagli indagati con gli assuntori, emerso dalle intercettazioni, era contraddistinto da una terminologia criptica che consentiva una rapida intesa tra gli interlocutori, per evitare di essere scoperti.

Per indicare la sostanza e il quantitativo richiesto, per esempio, venivano usati termini come “maglietta”, “birra” “mezza” o “intera”, mentre attraverso la segnalazione di colori i sodali ne indicavano la tipologia: “marrone” per hashish, “verde” per marijuana, “bianca” per cocaina e “nero” eroina. 

Invece, per accordarsi sui pagamenti, talvolta venivano usati termini come “vestito” oppure la tipica espressione “a posto” a conferma di avvenuto saldo.

L’articolata indagine ha permesso di tracciare un disegno chiaro dell’illecito giro di affari nei citati quartieri labronici di Leccia e Scopaia grazie alla costante interpolazione dei risultati del monitoraggio tecnico con prolungati servizi esterni, di osservazione e pedinamento, eseguiti dai carabinieri del Nucleo Operativo di Livorno forti di una profonda conoscenza del territorio e delle relative dinamiche criminali. 

Tutti gli elementi raccolti hanno permesso di ricostruire, solo per la cocaina, l’imponente e capillare volume del giro d’affari nei due quartieri nell’intervallo temporale da febbraio agli inizi di giugno del 2024.

Gli investigatori hanno inoltre individuato due carte prepagate, su cui una delle due coppie di indagati era solita farsi accreditare i pagamenti dello stupefacente; entrambe sono state poste sotto sequestro ed attualmente sempre al vaglio degli investigatori per verificarne effettive giacenze e relative movimentazioni.

Tutti gli elementi di prova che sono stati così raccolti hanno confermato, secondo il Giudice che ha emesso il provvedimento restrittivo, un quadro indiziario forte a carico degli indagati.

Quindi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno, concordando con i risultati delle indagini dei carabinieri, per una delle due coppie, in particolare quella composta dalla 38enne e dal 50enne, interessata proporzionalmente in misura minore quanto al numero di cessioni ed alle ipotesi di reato, ha disposto la restrizione agli arresti domiciliari presso le rispettive residenze.

Invece, a carico dell’altra coppia formata dal pluripregiudicato 40enne legato sentimentalmente all’indagata di 32 anni, che ha dimostrato una particolare inclinazione a commettere reati e data l’accertata inclinazione anche all’uso della violenza, emersa già dalla vicenda estorsiva che è stata alla base delle indagini, ha ordinato la misura cautelare della custodia in carcere.