I carabinieri della Compagnia di Livorno hanno dato esecuzione all’ordinanza, emessa dal Tribunale di Livorno, che ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un 43enne di origini campane, già noto per precedenti di polizia, per il reato di truffa nei confronti di una persona anziana.
L’attività rientra nel quadro più ampio dell’azione condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Livorno a prioritaria tutela delle fasce vulnerabili della popolazione, quali le persone anziane, spesso prese di mira da truffatori.
In particolare, la vittima, una pensionata ultraottantenne, è stata raggiunta al telefono di casa da una numerazione a lei sconosciuta con la quale un ignoto interlocutore, spacciandosi per maresciallo dei carabinieri, avrebbe cercato di indurla a consegnare tutti i propri preziosi e dei contanti ad un’ulteriore persona incaricata che si sarebbe presentata di lì a poco a casa sua, con la motivazione di un incidente causato dal nipote con l’altra persona coinvolta in ospedale in gravi condizioni.
Per suggestionarla ulteriormente, le è stata fatta sentire la voce piangente di un ragazzo che le chiedeva di racimolare soldi o gioielli per pagare i danni causati. Dopo alcuni minuti si è presentato alla porta di casa un uomo al quale l'anziana ha consegnato gioielli e denaro contante per un valore complessivo di oltre 20mila euro.
La vittima, a posteriori, ha poi appreso che la chiamata da numero sconosciuto in realtà non era partita da nessun sedicente maresciallo bensì si sarebbe trattato di una truffa.
Appresa la notizia di reato, i carabinieri si sono immediatamente messi sulle tracce del presunto autore e, all’esito delle articolate indagini condotte con diversi strumenti di indagine, quali acquisizioni di testimonianze ed acquisizione ed analisi di video di impianti di videosorveglianza pubblici e privati nell’area, sono riusciti a ricostruire l’intera dinamica dei fatti tracciando tutti i movimenti dell’uomo, denunciandolo all’autorità giudiziaria di Livorno in stato di libertà.
La Procura della Repubblica, in ragione della gravità della condotta, anche alla luce dei precedenti del 43enne, ha richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari l’emissione nei suoi confronti della misura della custodia cautelare in carcere prontamente eseguita dai militari.