"L’Italia attraversa un momento industriale decisivo, mentre il mondo accelera. La Cina, negli ultimi vent’anni, ha rilevato marchi storici dell’automotive europeo, investe miliardi nella mobilità elettrica e apre centri di ricerca anche in Italia. Qui, invece, manca una strategia chiara: servono investimenti stabili, programmazione industriale coerente e accesso a energia competitiva".
Massimo Braccini, segretario generale Fiom Livorno, interviene sul futuro industriale e occupazionale di Livorno e Piombino.
"In questo contesto, - spiega Braccini - proteggere produzione e lavoro a Piombino e Livorno è urgente e necessario. Piombino è in crisi da 15 anni. Gli investimenti promessi non sono mai arrivati e le produzioni operano a livelli molto ridotti. I salari dei lavoratori sono depressi e vi è il ricatto della cassa integrazione che dura da tempo".
"Piombino - prosegue Braccini - è un territorio che ha pagato il prezzo più alto dell’assenza di una strategia nazionale e non può permettersi altri anni di attesa. L’acciaieria JSW Jindal continua a operare senza un Accordo di Programma, mentre servono scelte industriali vere, investimenti certi e impegni vincolanti. I lavoratori vivono da troppi anni nell’incertezza e il polo siderurgico rischia di perdere ruolo e capacità produttiva".
"Il progetto Metinvest-Danieli rappresenta invece una reale opportunità per rilanciare produzione, occupazione e filiera locale. - aggiunge Braccini - Il progetto è avviato e va sostenuto fino al suo completamento se si vuole evitare un dramma industriale e sociale. Chi ha un’alternativa industriale la presenti, chi non ce l’ha, non può pensare di bloccarla. Gli equilibri di mercato alla fine non hanno mai protetto Piombino. Se l’Italia non coglie questa occasione, la coglieranno altri paesi".
"Accanto a queste realtà, la Magona, una delle fabbriche più antiche del panorama siderurgico nazionale, affronta una crisi altrettanto grave. - prosegue Braccini - Ha raggiunto i massimi storici sotto gestioni pubbliche, ma oggi, con le difficoltà di Liberty Steel, la produzione è ridotta e il futuro incerto. Per tutelare siti storici e strategici, occorrono strumenti pubblici e garanzie mirate: l’Italia non può rinunciare a queste realtà se vuole restare un Paese industriale. Il nostro i paese continua a importare acciaio e rottame, ma ridurre i costi solo comprimendo i salari non basta e non è accettabile: servono innovazione, investimenti mirati e accesso a energia stabile e conveniente".
"Anche Livorno attraversa una fase critica. Il settore automotive, in crisi in tutta Europa, pesa su stabilimenti come Magna e Pierburg, entrambe da anni in contratto di solidarietà. - spiega il segretario Fiom - Pierburg fa parte di Rheinmetall, è in vendita assieme all’intero settore civile/automotive, aprendo scenari delicati: è indispensabile ottenere garanzie concrete sul futuro del sito. I lavoratori sono in mobilitazione e il 25 novembre è previsto un incontro al MIMIT per discutere continuità produttiva e prospettive industriali. Il territorio livornese ha già subito la chiusura di Delphi e TRW".
"Difendere gli stabilimenti esistenti e accompagnarli nella transizione è essenziale per evitare un’ulteriore indebolimento industriale, preservando competenze e posti di lavoro qualificati. - aggiunge Braccini - L’Italia possiede capacità tecniche e intelligenze straordinarie, ma serve una politica industriale credibile, con investimenti concreti e condizioni energetiche competitive. Piombino e Livorno non chiedono assistenza, ma la possibilità di produrre, innovare e contribuire allo sviluppo del Paese".
"Per farlo occorrono decisioni chiare, progetti industriali seri e una visione che metta al centro lavoro, produzione e filiere locali", conclude Braccini.