Cronaca

Operazione Oro Blu, il report

Le operazioni più significative condotte a tutela dell'ambiente costiero e marino sono stati effettuati dalla Direzione Marittima di Livorno

Il Comando Generale della Guardia Costiera, attraverso il Centro di Controllo Nazionale Ambiente, ha promosso un'importante operazione nazionale di polizia ambientale denominata “Oro blu”, avviata dal 13 Gennaio e terminata il 18 Aprile, finalizzata alla tutela dell’ambiente marino-costiero ed in particolare al contrasto degli illeciti ambientali in materia di scarichi idrici.

La tutela dell'ambiente marino e costiero, inclusa la sorveglianza e l’accertamento delle violazioni in materia di scarichi idrici (quando dalle stesse possano derivare danni o situazioni di pericolo per l'ambiente marino e costiero), è uno degli obiettivi prioritari che la Guardia Costiera è chiamata a garantire, sia per la ricchezza del patrimonio naturalistico nazionale, sia per i rilevanti interessi sociali ed economici coinvolti nella valorizzazione e nella fruizione delle relative risorse.


L'operazione nazionale di polizia ambientale è stata suddivisa in due fasi: la prima ricognitiva degli obiettivi e la seconda concentrata sull’attività operativa di ispezione e campionamento, che ha quindi avuto ad oggetto il controllo di siti e attività i cui cicli di produzione possano dare origine a scarichi reflui potenzialmente idonei a inquinare le matrici ambientali, con particolare riferimento all'ambiente marino costiero (tra cui scarichi reflui industriali presso cantieri navali, depositi costieri, impianti portuali, autolavaggi e lavanderie, piscine, caseifici, frantoi, aziende vinicole, concerie e colorifici, scarichi reflui domestici presso attività alberghiere e di ristorazione e scarichi reflui urbani presso depuratori comunali e impianti fognari).

Anche nella Direzione Marittima di Livorno, sono stati eseguiti numerosi controlli con conseguenti sanzioni. Tra le attività di maggior rilievo, due frantoi oleari situati in provincia di Pisa sono stati oggetto di un’accurata attività di controllo ambientale che ha portato alla scoperta dell’abbandono di rifiuti consistenti in acque di vegetazione e sanse umide derivanti dal processo di frangitura delle olive.

Sempre in un frantoio, ma questa volta in provincia di Grosseto, il legale rappresentante della società che gestiva l’impianto è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violazioni relative alla gestione dei rifiuti e degli scarichi.

Presso un cantiere navale a Livorno, invece, il rappresentante legale di una società che operava in subappalto è stato denunciato per aver immesso nelle acque superficiali rifiuti liquidi non pericolosi, riversandoli attraverso una caditoia per le acque meteoriche, che sfociava direttamente in mare senza alcun trattamento depurativo preliminare.

Infine, a seguito di un’attività ispettiva presso un cantiere navale situato nei pressi di Orbetello, sono emerse irregolarità riguardanti la gestione degli scarichi e del ciclo dei rifiuti. In particolare, è stato accertato lo scarico illecito di reflui industriali e la mancanza di un adeguato impianto di abbattimento delle polveri sottili derivanti dalle lavorazioni navali (verniciatura, applicazione di antivegetativa, smerigliatura e lavaggio). 

Lo smaltimento illecito di tali polveri avveniva addirittura in assenza dell’Autorizzazione Unica Ambientale, motivo per il quale le aree destinate all’attività cantieristica sono state sequestrate e il legale rappresentante della società è stato deferito all’Autorità Giudiziaria.

Numerose anche le attività di autolavaggio e di lavanderia controllate e sanzionate per il mancato rispetto delle prescrizioni ambientali contenute nelle rispettive autorizzazioni.