Cronaca

"Riaprite il processo sul Moby Prince"

I parenti dei familiari delle vittime della tragedia chiedono la revisione del processo alla luce delle conclusioni della commissione parlamentare

"Una inchiesta carente da parte della Procura": è quanto ha certificato la commissione parlamentare d'inchiesta sulla tragedia del Moby Prince, avvenuta nell'aprile del 1991 nella rada del porto di Livorno e costata la vita a 140 persone.

"Non fu la nebbia a causare lo scontro fra il traghetto e la petroliera Agip Abruzzo e neppure la condotta colposa dell'equipaggio", ha spiegato la commissione.

Alla luce dei nuovi fatti il figlio del comandante del Moby, Angelo Chessa, il cui padre Angelo morì assieme ad altre 139 persone, ha chiesto la revisione del processo, che si era concluso senza condanne.

"I veri responsabili di questa vicenda non sono mai stati sfiorati, i soccorsi in mare non ci sono mai stati - ha detto Chessa - e il processo è stato vergognoso".

Il presidente della commissione d'inchiesta, il senatore Silvio Lai, ha ribadito che le conclusioni sono state unanimi:"Non c'era nebbia e le vittime non morirono tutte entro trenta minuti. Inoltre abbiamo appurato che c'è stato un disturbo alla navigazione del Moby e il coordinamento delle operazioni di soccorso è risultato inadeguato ed è avvenuto con colpevole ritardo.

"Sono state trovate inoltre palesi incongruenze - ha spiegato ancora Lai - sulla attività dell'Agip Abruzzo e sul tragitto compiuto prima di arrivare a Livorno".