Cultura

Ultimi giorni per "Livorno approssimativa"

Maurizio Biagini chiude la sua mostra a villa Mimbelli. In programma la performance Stelle strane di Walter Nenci

Ultimo week-end per visitare la monografica “Livorno, approssimativa” di Maurizio Biagini in mostra ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva) dal 17 dicembre scorso. La personale dell’artista livornese, che conta complessivamente trenta tele di grandi dimensioni mai esposte prima, chiuderà infatti i battenti domenica prossima 29 gennaio.

Nell’occasione, alle 17, saranno presenti l’artista Biagini e l’attore Walter Nenci; quest’ultimo, accompagnato dal chitarrista Francesco Luongo, replicherà la performance “Stelle strane”, il monologo sulla pop art già interpretato all’inaugurazione della mostra.

Intitolata “Livorno, approssimativa”, l’esposizione offre un inedito e singolare ritratto della città che da sempre con i suoi pregi ed i suoi difetti ha aspetti fuori dell’ordinario. Una Livorno “approssimativa” – come recita il titolo – dove gli squarci, le figure, i monumenti sono ritratti a grandi linee; “approssimati”, appunto, con tutti i loro difetti ma anche con i loro pregi, trasformati in altro, in quello che l’artista vorrebbe che fossero.

Promossa dal Comune di Livorno e a cura di Art Promoters di Lucca, “Livorno, approssimativa” si snoda attraverso tre sale dei Granai; ampi spazi espositivi che ben si prestano alle grandi dimensioni delle tele caratterizzate da un uso prepotente del colore. Nell’arte di Biagini infatti l’uso del colore in stile pop art è fondamentale, rappresenta il segno distintivo del suo fare artistico ed è espressione del suo senso di libertà fuori da ogni schema accademico.

Da qui il messaggio che la performance “Stelle strane” intende lanciare al pubblico presente domenica 29 gennaio. Il monologo racconta la pop art attraverso aneddoti di una vita da artista dai significati profondamente contemporanei. “Stelle strane - spiega Walter Nenci autore del testo - sono quelle personalità che soffrono d'inadeguatezza in un mondo spesso di plastica, sono i divergenti che non appartengono mai completamente ad un luogo, che per la loro sensibilità e fragilità sentono il bisogno di istanze che indicano direzioni opposte a quelle della norma vigente e della volontà espressa dall'alto. Sono quelle anime che agitano la loro saggezza non solo col cuore, ma, anche, con quella intelligenza popolare di chi è abituato ad osservare dal basso il mondo”.