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Beni confiscati tornano a nuova vita

In una nota della Regione Toscana il punto su immobili e aziende relativi al territorio regionale. Il quadro in provincia di Livorno

Foto di repertorio

Tra i beni, 141 immobili e 16 aziende, confiscati alle mafie in Toscana se ne contano alcuni che fanno riferimento al territorio della Bassa Val di Cecina. 

Questi i numeri emersi in un più ampio confronto avvenuto tra l’assessore alla legalità della Toscana Stefano Ciuoffo e il nuovo direttore di Anbsc il prefetto Bruno Corda. Un incontro, come spiegato in una nota, che è servito per entrare subito nel merito, con una disamina delle priorità, tra le prime quella di snellire le procedure per l’affidamento dei beni.

Dei 141 immobili già destinati in Toscana sono stati affidati in 105 casi ad enti territoriali (ed utilizzati, tra questi, per 78 volte per fini sociali). Ventitré sono rimasti al patrimonio dello Stato e tredici venduti. Scorrendo la mappa della regione uno risulta nel Comune di Rosignano Marittimo. Tra i 403 beni sul territorio toscano in gestione ancora all’agenzia nazionale, se ne contano 40 nella provincia di Livorno, in particolare nei Comuni di Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Cecina, Piombino, Portoferraio, Rosignano Marittimo e San Vincenzo. Di sedici aziende, confiscate alla criminalità, messe in liquidazione o vendute cinque si trovano in provincia di Livorno, nello specifico a Livorno, Piombino e Rosignano Marittimo. Tra le altre cinquantadue in gestione se ne contano anche a Rosignano Marittimo, Portoferraio, Livorno e Piombino.