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Maleodoranze, indagini a Livorno e Stagno

Aumentano gli esposti per maleodoranze a Calambrone, Tirrenia e Stagno. Arpat risponde ai cittadini e mette nero su bianco le attività svolte

Arriva da Calambrone, Tirrenia e Stagno la petizione che ha raccolto 139 firme per far luce sulle maleodoranze percepite dai residenti. Arpat ha effettuato diversi sopralluoghi, volti proprio a individuare la fonte dei cattivi odori che, secondo i cittadini, proverrebbero dall'area industriale di Stagno.

A questo proposito Arpat fa sapere che insieme ai Comuni di Livorno e Collesalvetti, è stato programmato un piano di prevenzione, monitoraggio e controllo delle emissioni odorigene, denominato piano Mirato. 

le aziende coinvolte sono numerose ed insistono nell'area Nord della città di Livorno e al confine tra Livorno e il Comune di Collesalvetti (località Stagno - Villaggio Emilio).

"Un potenziale contributo all'effetto odorigeno percepito - sottolinea Arpat- potrebbe  essere fornito dalla presenza delle navi a banchina nell'area portuale inteso come emissione di fumi della combustione dei motori endotermici (sia motori per la propulsione che per gruppi elettrogeni) e le eventuali perdite diffuse nelle operazioni di carico/scarico di prodotti petroliferi da e verso le aziende interessate (lavorazione e/o deposito di prodotti petroliferi). Per quanto riguarda invece il controllo del rispetto di altre normative non prettamente ambientali da parte delle navi in porto (ad es. il tipo di combustibile/carburante usato in relazione al tenore di zolfo e ai tempi di permanenza a banchina), questo è di competenza della capitaneria di porto".

Per quanto riguarda Eni "L'azienda -spiega Arpat- ha modificato delle sezioni del proprio impianto TAE “Trattamento Acque Effluenti” ritenuto fonte di emissione odorigena (vedasi il sistema di insufflazione aria nella vasca di ossidazione e quello di nebulizzazione vasche di arrivo e finali dell'impianto)".