"Il tema “Acqua” non è proprio uno di quelli in cui la Regione Toscana fa una bella figura. La nostra regione ha le bollette più care d’Italia, circa il 40% dell’acqua immessa in rete viene dispersa, pochi investimenti per la conservazione e per il risparmio di questa preziosa risorsa che comunque non è affatto scarsa nel nostro territorio. Studi indipendenti hanno evidenziato anche gravi problemi di qualità. Si veda ad esempio lo studio di Medicina Democratica sulla presenza di Boro e Arsenico nelle acque della Val di Cecina, Val di Cornia e Isola d’Elba".
Benedetto Lupi, candidato e capolista nel collegio di Livorno della lista Toscana Rossa, interviene sulla gestione e qualità della risorsa idrica in Toscana.
"La Toscana - prosegue Lupi - inoltre non rispetta l’esito del Referendum del 2011 con il quale la grande maggioranza degli elettori aveva deciso l’acqua costituisce un bene comune e che deve essere interamente in mano pubblica. In realtà quasi tutte le società di gestione esistenti in Toscana sono ampiamente partecipate anche da privati (per la ASA S.p.A. si tratta della Iren). La provincia di Livorno registra nel 2021 un poco invidiabile quarto posto nella classifica del maggior costo dell’acqua. Non pare un caso: gli studi economici hanno dimostrato che la gestione interamente pubblica dell’acqua produce più investimenti, migliore qualità e genera bollette fino a 4 volte inferiori rispetto ad una gestione privata".
"Con un simile quadro parrebbe ovvio, anzi doveroso, che la Regione Toscana si avviasse rapidamente alla totale ri-pubblicizzazione dell’acqua con una politica di investimenti per la conservazione ed il risparmio della risorsa. - aggiunge Lupi -Ma tale ragionamento, per quanto logico, non tiene conto della volontà da parte di forti interessi lobbistici di utilizzare i beni comuni, l’acqua in primis, come fonte di facili guadagni in barba alla collettività. E’ il caso del Progetto MULTIUTILITY (adesso Plures) presentato in pompa magna del Presidente Giani nel 2022 ma già da tempo in gestazione nei salotti renziani. L’idea è di mettere insieme tutti i precedenti gestori di vari servizi (rifiuti, energia e anche acqua) in una grande società multifunzione da quotare in borsa. Nel 2023 la Corte dei Conti ha fatto presente che questa operazione non sarebbe possibile, almeno per la risorsa idrica, che è per legge pubblica e quindi non può essere quotata in borsa. In effetti la collocazione in borsa delle azioni della nuova società significherebbe una sostanziale completa privatizzazione. Ma Giani non demorde ed ha annunciato che la Multiutility si farà e sarà quotata in borsa, però tra un po’, nel 2029. Una perfetta applicazione della tecnica della “rana bollita”. Intanto il Comune di Firenze annuncia che nel 2025 ci svolgerà il bando per l’ingresso del socio privato e per l’affidamento del servizio. Insomma il progetto procede e Giani, il PD e il suo “Campo Largo”, ignari delle molte opposizioni e perplessità, vanno avanti millantando enormi vantaggi: bollette più basse, più occupazione, più investimenti".
"La realtà è ben diversa come – anche in questo caso – rilevano le statistiche economiche. - prosegue Lupi - Dove simili modelli sono stati applicati si è assistito ad un aumento spesso indiscriminato delle bollette, peggioramento del servizio, taglio dei posti di lavoro. Unici a guadagnarci i pochi grandi azionisti privati che staccano dall’operazione ingenti dividendi. A ciò si aggiunga l’obbligo di ricapitalizzazione che incombe sui comuni interessati. Per quelli dell’area fiorentina, pratese, pistoiese ed empolese, ovvero quelli per adesso interessati dalla multiutility, si calcola una cifra di un miliardo e 200 milioni. Come finanziare un importo simile? Facile da immaginare: aumenti di imposte e taglio di servizi ai cittadini. E se, come probabile e facile da immaginare, questo tipo di gestione venisse esteso dal centro della regione a tutta la Toscana?"
"Come detto - continua Lupi - il progetto della Multiutility è un cavallo di battaglia del Presidente Giani, ma che ne pensa il suo competitor del centro-destra? A dire il vero Tomasi era partito con dichiarazioni molto critiche per finire però per addolcire sempre più la propria posizione fino ad una sostanziale adesione. D’altra parte ve lo immaginate uno di destra che si oppone ad una privatizzazione? Che onta! E quindi ancora una volta, nel consueto andazzo consociativo, centro-destra e centro-sinistra sulle questioni che contano – e di cui nessun parla – procedono a braccetto".
"Eppure alle prossime elezioni regionali si deciderà, rigorosamente senza alcuna informazione, anche di questo, di questa ennesima privatizzazione a vantaggio di pochi ed ai danni dei cittadini ed alle cittadine", conclude Lupi.