Attualità

Cartucce livornesi in Iran, "serve una inchiesta"

La Filctem-Cgil chiede che una commissione parlamentare di inchiesta per fare chiarezza sull'utilizzo di proiettili italiani per la repressione

"A quanto apprendiamo da alcuni articoli di stampa la polizia morale iraniana si sarebbe servita, per cercare di reprimere le proteste di piazza, anche delle munizioni prodotte dalla Cheddite, azienda con sede nel Comune di Livorno".

Si apre così una nota della segreteria Filctem-Cgil provincia di Livorno riguardo alla notizia rimbalzata su media internazionali che il regime di Teheran fosse rifornito di cartucce prodotte da una ditta italiana con base a Livorno.

"È quanto mai urgente che si faccia chiarezza sulla vicenda, non possiamo permetterci che sussistano ombre del genere su di un'azienda con sede nel nostro territorio. - prosegue la nota del sindacato - La drammatica repressione delle proteste di piazza da parte del regime iraniano è semplicemente inaccettabile e criminale. In linea con il documento approvato nel corso del congresso provinciale della Filctem-Cgil tenutosi nei giorni scorsi, chiediamo pertanto che si allestisca urgentemente una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sulla vicenda. È fondamentale capire se l'azienda con sede alla Valle Benedetta abbia davvero venduto proiettili al regime di Teheran. Auspichiamo che la nostra richiesta venga supportata convintamente anche dalle istituzioni locali e regionali. In tema di difesa della libertà e dei diritti umani non possono esserci ambiguità".