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La caserma intitolata a Vittorio Labate

Sottotenente della polizia, nel 1944 fu fatto prigioniero e ucciso dalle milizie tedesche. Il nipote ha scoperto la targa

La sede distaccata della questura in viale Boccaccio da oggi porta il nome di Vittorio Labate, sottotenente del disciolto corpo delle guardie di pubblica sicurezza che nel 1944, quando era al comando della tenenza di Ardenza, decide di combattere il nazifascismo unendosi alle brigate partigiane.

Dopo un'aspra battaglia, venne fatto prigioniero dalle milizie tedesche e fucilato insieme ad altri 7 poliziotti dopo due giorni di torture. Livorno fu liberata solo qualche settimana più tardi.

Oggi, a scoprire la targa commemorativa, sono stati il capo della polizia Lamberto Giannini insieme a Duccio Incagli, nipote di Vittorio Labate.

“Noi tutti  - ha detto Giannini- siamo il frutto del nostro passato e la famiglia della Polizia di Stato si è forgiata sull’esempio dei nostri caduti. Sono loro che ci hanno trasmesso il vero significato di spirito di servizio, di senso del dovere, di sacrificio e di umiltà. E la volontà di migliorarsi sempre e di migliorare la nostra Amministrazione è alimentata anche dal desiderio di dimostrare che i sacrifici di chi ci ha preceduto non sono stati vani”.

A ricordare il valoroso poliziotto c’erano anche il prefetto Paolo D’Attilio, il questore Roberto Massucci e il sindaco Luca Salvetti.

La benedizione di Monsignor Razzauti e l’esecuzione da parte del trombettiere della polizia di Stato del silenzio d’ordinanza hanno concluso la cerimonia.

"Il sacrificio di quel valoroso poliziotto morto a soli 25 anni - conclude la questura -  esempio fulgido di attaccamento al dovere e di sublime amore per la Patria, grazie all’iniziativa di oggi, rimarrà a perenne ricordo".