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Il centesimo approdo di una grande nave

Centesimo approdo di grandi navi a Livorno. Si tratta di portacontainer appartenenti alla categoria degli oltre trecento metri di lunghezza

La Msc Athens

Nella giornata di ieri il porto di Livorno ha raggiunto il significativo traguardo del centesimo approdo delle grandi navi portacontainer, appartenenti alla classe “post- panamax” (si tratta di unità di oltre 300 mt di lunghezza e sino a 48 metri di larghezza).

Il dato risulta significativo se si pensa che appena l’anno scorso, grazie ai lavori di miglioramento infrastrutturale eseguiti nel porto, i giganti del mare hanno avuto l’opportunità di arrivare ed operare nello scalo.

"L’obiettivo della Capitaneria di porto di Livorno" - si legge in una nota della Direzione Marittima - "di intensificare i traffici delle “grandi navi”, come si ricorderà, fu il frutto di un lavoro che vide coinvolta inizialmente l’Autorità di Sistema Portuale che aveva completato i lavori di escavo dei fondali dell’imboccatura e del canale di accesso e poi realizzato un più efficiente impianto di illuminazione portuale. La rivisitazione delle tariffe dei servizi di rimorchio e la professionalità dei servizi tecnico-nautici (piloti, rimorchiatori e ormeggiatori) hanno completato il quadro delle iniziative e dei contributi a supporto dello sviluppo di questa tipologia di traffici.

E così oggi il porto di Livorno può ancora proporsi come snodo competitivo nei trasporti marittimi del bacino Mediterraneo".

E mentre la manovra numero 100 si completava, l’Autorità Marittima varava l’ultimo provvedimento, in ordine di tempo con il quale, a seguito di ripetute verifiche e sperimentazioni, è stata prevista la possibilità di manovra delle navi della stessa classe “post-panamax” sino al limite di 12 metri di pescaggio, in partenza.

"Altri traguardi potranno essere senz’altro raggiunti con la realizzazione del micro-tunnel nel quale verranno convogliate le condutture dell’ENI, "Opera che consentirà l’ulteriore allargamento del canale di accesso in modo da rendere possibile il transito di navi di dimensioni ancora maggiori, verso le quali l’armamento è ormai orientato per inevitabili economie di scala", spiega ancora la Capitaneria.