Attualità

Il porto si apre alle super navi portacontainer

La capitaneria di porto ha varato una nuove regole per agevolare l'ingresso in Darsena Toscana e nel Canale Idustriale delle grandi portacontainer

Mantenere e consolidare le linee di traffico mercantile delle grandi navi, coniugando sicurezza, crescita, competitività, sviluppo e capacità di attrazione del porto. Questi i principali obiettivi della nuova regolamentazione portuale illustrata oggi dall’ammiraglio Giuseppe Tarzia, direttore marittimo della Toscana e comandante della Capitaneria di porto di Livorno. 

Presenti i principali rappresentanti del cluster marittimo e delle categorie produttive, l’ammiraglio ha presentato le novità che saranno oggetto di un’ordinanza che detta le nuove condizioni per l’ingresso, l’uscita e la manovra delle grandi navi portacontainer e car carrier in Darsena Toscana e nel Canale Industriale

Le nuove regole sono state definite dopo un periodo di attenta sperimentazione, cominciata lo scorso anno con l’ingresso in porto delle prime grandi navi, e grazie ad un lavoro di squadra al tavolo permanente coordinato dalla Capitaneria di porto livornese, partecipato da tutti gli attori interessati, in primis i servizi tecnico nautici del porto (piloti, rimorchiatori, ormeggiatori)

Sono stati così determinati i nuovi parametri che definiscono limiti e prescrizioni di movimentazione delle unità navali. Condizioni che è stato possibile “alleggerire” grazie ai lavori di dragaggio dell’imboccatura sud, che hanno portato il fondale a una profondità di 15 metri, e del canale di accesso alla Darsena Toscana, dove il fondale è a 13 metri e l’ampiezza arriva fino a 90 metri. 

Tali fattori consentono una maggiore tolleranza sull’incidenza del vento e un diverso, più contenuto uso dei rimorchiatori. La disposizione della Capitaneria che sarà emanata a breve, dopo il definitivo completamento degli interventi infrastrutturali disposti dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno settentrionale, è destinata ad avere importanti e positive ricadute sul traffico marittimo del porto di Livorno e conseguentemente sull’economia locale e sull’occupazione.