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Nogarin respinge le dimissioni del suo portavoce

Il sindaco Nogarin ha respinto le dimissioni del suo portavoce Tommaso Tafi, arrivate dopo un errore sulla comunicazione delle attività svolte

Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin

"Respingo con decisione le dimissioni di Tommaso Tafi da mio portavoce. In questi giorni difficili per la città e per i livornesi, l’intera macchina amministrativa ha lavorato sotto pressione come mai prima d’ora e un errore può capitare a chiunque".

Con queste parole il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha respinto le dimissioni del suo portavoce Tommaso Tafi, arrivate dopo che un comunicato dell'amministrazione che riportava le attività svolte dalla protezione civile comunale nelle ore cruciali del nubifragio ( vedi articoli collegati ) era arrivato nelle redazioni in maniera incompleta, elencando solo quanto fatto sino a poco prima della mezzanotte di sabato e non nelle ore successive, quando c'era stato il culmine dell'emergenza.

Un errore del quale Tafi si era assunto le responsabilità, corretto solo parzialmente con un nuovo invio, stavolta completo, nelle ore seguenti, ma che aveva causato, per ammissione dello stesso Tafi, "Un danno di immagine per il Comune". Da qui la scelta delle dimissioni, respinte poi, come detto, da Nogarin.


"Tafi, che oggi ha compiuto un gesto nobile, dimostrando il massimo rispetto per Livorno e per la tragedia che sta vivendo, ha sempre dimostrato professionalità e affidabilità e gode della mia piena fiducia", ha spiegato il sindaco.

"Così come gode della mia più completa fiducia la Protezione civile comunale che, come dimostra il report completo pubblicato oggi sul sito del Comune di Livorno, ha saputo reagire prontamente di fronte a un’evento eccezionale e dalla portata distruttrice, che non era possibile prevedere e nemmeno arginare. Io credo che, alla luce del repentino cambio di condizioni meteo rispetto alle previsioni, sia stato fatto tutto ciò che era umanamente possibile per ridurre l’impatto sulla città. Ci sono state negligenze da parte di qualcuno? No. Qualcosa poteva essere fatto diversamente? Forse si. Sarebbe cambiato qualcosa? Nessuno può dirlo.

Quel che è certo è che durante la notte tra sabato e domenica, nel bel mezzo del nubifragio, sia la protezione civile che i volontari delle associazioni sono rimasti in strada a prestare soccorso alle persone in difficoltà.
Voglio però precisare, rispetto alla ricostruzione effettuata dalla Protezione civile, che io sono stato avvertito del disastro per la prima volta dal mio Capo di gabinetto, Massimiliano Lami, alle ore 6.46".