Attualità

Moby Prince, continua la ricerca della verità

Il presidente della commissione d'inchiesta Silvio Lai: "Le inchieste giornalistiche sul caso consentono di acquisire aspetti ed elementi preziosi"

"Il contributo e le inchieste della stampa che seguirono da vicino la tragedia del Moby Prince ci consentono di acquisire aspetti ed elementi che sono preziosi per il lavoro di una commissione d'inchiesta". Lo ha detto Silvio Lai, presidente della commissione d'inchiesta sul disastro della Moby Prince.

Continuano a ritmo serrato le audizioni con tutte le persone che a vario titolo hanno seguito le fasi dell'incidente e quelle processuali.

Proprio questa mattina sono stati sentiti i cronisti de La Nuova Sardegna e dell'Unionesarda, Piero Mannironi e Alberto Testa.

Il giornalista de La Nuova Sardegna, si legge in una nota del senatore "ha evidenziato tutti quegli aspetti che rimangono ancora inspiegabili o comunque meritevoli di approfondimento. Come la voce in lingua inglese che alle 22,20 sul canale radio 16 richiama l'arrivo del traghetto, come se questo si stesse avviando verso una situazione di pericolo. E poi i misteri legati al cono d'ombra dei radar, la presenza di un elicottero abilitato al volo notturno solo pochissimi minuti dopo la collisione. E ancora le autorità statunitensi che in un primo momento parlano di tre navi militarizzate alla fonda, diventate poi cinque, undici anni dopo, nella testimonianza del capitano di vascello. E infine la scomparsa della scatola nera".

"Aspettavo questo momento da 21 anni, come i familiari delle vittime" ha detto invece Alberto Testa la cui inchiesta è fatta anche da tantissimi contributi esterni. Documenti riservati, inviati alla sua attenzione, come il rapporto sui soccorsi che parla di "un coordinamento efficace solo dalle 5 del mattino in poi", quindi parecchie ore dopo l'incidente.