I Cinquestelle soltanto, attraverso il capogruppo Daniele Caselli, hanno espresso fiducia nei confronti del sindaco Filippo Nogarin, indagato per omicidio colposo plurimo assieme al responsabile della protezione civile labronica, in relazione al disastro dell'alluvione del 10 settembre.
Tutte le forze di minoranza ne hanno chiesto le dimissioni, a cominciare da Forza Italia, Città Diversa e Livorno per tutti. Il Pd, attraverso il capogruppo Pietro Caruso, ha invitato il sindaco ad assumersi le sue responsabilità, avendone già chiesto le dimissioni a ottobre.
Con una nota, il Partito democratico di Livorno è tornato ad accusare Nogarin di non aver fatto tutto il possibile e si è detto fiducioso circa le indagini in corso. "Non sappiamo - hanno commentato dal Pd - come il sindaco possa serenamente continuare a svolgere il proprio ruolo di rappresentante della cittadinanza con un capo di accusa tanto grave sulle spalle, e di questo pensiamo debba rispondere oltre che alla sua opposizione, anche alla sua coscienza. Al momento invece abbiamo assistito solo a un penoso scaricabarile e ad un’autoassoluzione che ha dell'incredibile".
Per parte sua Filippo Nogarin, intervenendo al coniglio comunale, si è detto fiducioso, pur ammettendo che "Non passa giorno senza che io mi metta a pensare e ripensare a cosa sarebbe successo se avessi preso decisioni diverse, nelle ore in cui veniva allestita la macchina per affrontare la fase dell'allerta meteo".
"Ho risposto a tutte le domande - ha detto in relazione al suo interrogatorio di ieri - e sono pronto a tornare in ogni momento davanti agli inquirenti per chiarire ulteriori dubbi".
"Rimane salda, anzi, sempre più salda - ha concluso - la mia fiducia nella magistratura, che al termine dell'indagine ci consegnerà la verità sulle cause che hanno determinato una tragedia di questa portata".