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Raro squalo pescato a Livorno, interviene l'Oipa

L'esemplare di Mako è finito nella rete di un peschereccio. L'Organizzazione internazionale protezione animali: "Valutiamo di procedere in sede giudiziaria"

L’Oipa Italia, l'Organizzazione internazionale protezione animali, "sta valutando - scrive in una nota-  di procedere in sede giudiziaria al fine di accertare i fatti e l’eventuale sussistenza di una responsabilità penale per l’uccisione dello squalo mako".

L' esemplare di specie protetta, lungo un metro e pesante circa venti chili, è stato pescato non lontano dall'area marina protetta delle Secche della Meloria(vedi articoli collegati).

"E’ l’ennesima vittima della pesca cosiddetta 'accidentale’, che uccide non solo i pesci destinati all’alimentazione, ma anche mammiferi marini e specie rare e in via d’estinzione, come in questo caso -  commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto - . Lo squalo mako, come altre specie marine a rischio, è in declino proprio a causa della pesca, oltre che per la distruzione degli habitat e dell’inquinamento. Secondo la Lista Rossa del Mediterraneo, almeno il 53% degli squali, delle razze e delle chimere originarie del nostro mare è a rischio estinzione. In un contesto dove la biodiversità è gravemente minacciata e sono considerate in pericolo 49 specie, tra cui il delfino comune, il capodoglio, la tartaruga Caretta caretta, anche loro spesso vittime delle reti da pesca, riteniamo che sia urgente ripensare le politiche della pesca. E questo anche considerando che le ‘reti fantasma’, quelle abbandonate nei mari, sono spesso i killer invisibili di tartarughe, grandi pesci e cetacei".