Attualità

"Un errore privatizzare la cremazione"

Netta presa di posizione da parte del Partito della rifondazione comunista labronico, contrario a un eventuale gestore privato per il forno crematorio

Parole dure, quelle messe nero su bianco da Francesco Renda, segretario della Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, in merito alla notizia che il Comune starebbe per mettere a gara la gestione del forno crematorio cittadino.

"La prospettata indagine sull'affidamento del servizio di cremazione, ufficialmente in ossequio alla trasparenza, - scrive Renda - porterà inevitabilmente al subentro di un vero privato. Il Comune sarà contento perché i suoi bilanci saranno pubblici, non perché godrà di un maggior gettito dall'affidamento naturalmente, mentre i cittadini livornesi, e non solo, subiranno un aggravio delle tariffe, altrettanto trasparenti, forse anche più del bilancio. Davvero la battaglia sulla trasparenza passa dalla So.Crem? Davvero c'è bisogno di mettere mano ad un servizio gestito da una associazione che a lungo è stata baluardo di una scelta di laicità come la cremazione, che in particolare a Livorno ha rivestito un forte carattere identitario e di grande spessore storico?".

"Che sia per ossequio ai poteri forti, o per zelo di trasparenza - osserva Renda -, le privatizzazioni avanzano con sempre maggiore danno e con un assordante silenzio. Viviamo ormai in un romanzo di Orwell, dove così come portiamo la guerra per avere la pace, si privatizza per rendere i servizi essenziali accessibili a tutti. Il presidente Enrico Rossi, con la sua riforma sanitaria, ci raccontava che i tagli (pardòn, adesso si chiamano razionalizzazioni) avrebbero portato ad un efficientamento della sanità toscana; tanto ne era convinto, e lo è tuttora, che ha modificato la forma della legge per impedire ai toscani di esprimersi con un referundum abrogativo, con buona pace di quanti avevano speso mesi a raccogliere le firme ed informare la cittadinanza". 

"Il risultato verso il quale ci stiamo avviando è altrettanto scontato - conclude il rappresentante del Prc -: servizi pubblici scadenti (e comunque a pagamento) per la massa, e strutture e previdenze sanitarie private per quanti se lo potrano permettere. I privati ringraziano amministratori e governi per un mercato prima inesistente; i cittadini pagano per un servizio per il quale i nostri padri hanno dedicato una vita a garantirne l'universalità e la gratuità. Già, i tempi cambiano... O forse i soldi, e chi li detiene, hanno sempre provato a farli cambiare, ma in passato non c'erano riusciti".