Attualità

Porti toscani, procedere insieme per il futuro

Dopo il no della Corte Costituzionale alla riforma, i sindacati sollecitano un sistema portuale basato su Piombino, Livorno e Marina di Carrara

"La Regione Toscana si faccia garante dell’unicità del sistema portuale toscano, comprendendo tutte le realtà: Piombino, Livorno e Marina di Carrara". 

A chiederlo, ancora una volta sono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti della Toscana, che ricordano come siano ormai passati quasi due mesi da quando, il 17 novembre scorso, la Corte Costituzionale ha stoppato la riforma della portualità avviata dal Governo, perché in contrasto con il Titolo V della Costituzione, in quanto materia concorrente sulla quale non può mancare il coinvolgimento diretto delle Regioni.

“E’ ora dunque il momento di battere il ferro - affermano i sindacati - e tocca alla Regione Toscana ribadire la necessità di creare un sistema davvero attrattivo, comprensivo cioè delle realtà portuali di Piombino, Livorno e Marina di Carrara, dove valorizzare potenzialità, esperienze e professionalità, in un'offerta complessiva che si candidi a diventare un punto di riferimento per i mercati del Centro ed Est Europa, per la mobilità delle merci, dentro la prospettiva di un sistema efficiente ed efficace di reti infrastrutturali, immateriali e nodi logistici".

Dopo l’accordo tra Livorno e Piombino e la lettera inviata dalle Istituzioni della Provincia di Massa e Carrara alle autorità nazionali e regionali per chiedere che anche il porto di Marina di Carrara rimanesse parte integrante del sistema dei porti toscani, la situazione è ferma.