Attualità

Unione buddhista, lezioni di consapevolezza in carcere

Nelle strutture detentive di Volterra, Pisa e Livorno, l'associazione Liberation Prison Project offre un percorso di rieducazione e riflessione

Il carcere di Volterra

Grazie ai fondi dell'8 per mille devoluti all'Unione buddhista italiana, l'associazione Liberation Prison Project offre dei percorsi di consapevolezza all’interno delle carceri, tanto per i detenuti quanto per il personale impiegato, ma anche a familiari ed ex carcerati. E, tra questi, ci sono anche quelli di Volterra, Pisa e Livorno.

"Gli operatori devono addestrarsi molto ed essere motivati, perché non è un confronto facile: devono essere prima di tutto autentici ed esercitare una forma di comprensione, ma senza dimenticare le vittime dei reati - ha detto la presidente dell'associazione, Lara Gatto - è una proposta adatta a tutti perché fondata su aspetti che caratterizzano ogni essere umano. Non importa l'estrazione sociale, la provenienza geografica, culturale o religiosa".

Liberation Prison Project, nata nel 1996 negli Stati Uniti per iniziativa di una monaca buddhista, s'ispira alla filosofia buddhista quale mezzo di studio della mente. I percorsi offerti, però, sono del tutto laici e riguardano l'allenamento alla consapevolezza. Il percorso, inoltre, va nella direzione dell'articolo 27 della Costituzione, relativo alla rieducazione del condannato

L’Unione buddhista italiana, dal 2016, con i fondi ottenuti attraverso le dichiarazioni dei redditi, sostiene progetti umanitari e sociali in Italia e all’estero. Nel 2022 sono stati più di 150 i progetti umanitari sostenuti e 40mila i beneficiari raggiunti.