Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 07:00 METEO:LIVORNO11°19°  QuiNews.net
Qui News livorno, Cronaca, Sport, Notizie Locali livorno
martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

DIZIONARIO MINIMO: ​Lágrimas negras

di Libero Venturi - domenica 17 giugno 2018 ore 07:15

Sufro la imensa pena de tu extravío,/ siento el dolor profundo de tu partida/ y lloro sin que sepasque el llanto mío/ tiene lágrimas negras,/ tiene lágrimas negras/ como mi vida.

Soffro l’immensa pena della tua perdita,/ sento il dolore profondo della tua partenza/ e piango senza sapere che il mio pianto/ tiene lacrime nere,/ tiene lacrime nere/ come la mia vita.

Stavo ascoltando questa canzone nella versione di Cesária Évora e Compay Segundo e sentivo che anch’io,“tam-bam”,come il poeta politico metasemantico Orfeo Bastoni, “cuperlando il calendalo”, avevo perso “il griz” ed ero stato “solo e renzinante nel mondo”. Quando, a proposito di partenze, profondo dolore e lacrime nere, è giunta la notizia che il neo Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha precluso l’attracco nei porti italiani all’Acquarius, la nave della Ong europea “SOS Méditerranée” con a bordo il suo “carico” di sofferenze: 629 rifugiati e migranti, molti dei quali imbarcati con il consenso iniziale delle autorità italiane. Tra essi 123 minori, 11 bambini piccoli e 7 donne incinte.

Bravo Ministro! Così si fa! “Pietà l’è morta”, cantavano i partigiani ai fascisti e del resto anche lei da giovane è stato un “comunista padano”, una sottosezione locale dell’internazionalismo proletario. Peccati di gioventù, chi non ne ha commessi? No agli sbarchi. Oggi è questo ciò che gli italiani vogliono sentirsi dire, ci sono ancora i ballottaggi delle amministrative, dopotutto. E questa posizione va bene anche alla sinistra di governo, si fa per dire, del Movimento Cinque Stelle. Che diamine, l’Italia non è mica un campo profughi! Finalmente abbiamo fatto la voce grossa in Europa, mica come i nostri pavidi e remissivi ex governanti di centrosinistra, asserviti ai poteri forti e in combutta con le Ong che lucrano sull’accoglienza, come le cooperative sociali sui disgraziati. È finita la pacchia! Ci sarebbero il diritto internazionale e alcuni concetti basilari dei diritti umani, ma chi se ne frega! Facciamoci intendere, signor Ministro! Alziamo i toni per farci rispettare, l’Italia non può essere lasciata sola. È scritto “ama il prossimo tuo come te stesso”, ma i connazionali di più, sono più prossimi. Se Nostro Signore l’avesse detta così, forse non l’avrebbero messo in croce, anzi l’avrebbero votato.

Era esattamente quello che ci voleva: uno “sceriffo dei mari”. Altro che del Kansas City! Capace alla Signora Merkel, a sentire questi toni forti, dalla paura gli s’è sciolto il corpo. In compenso al Presidente Macron gli s’è sciolta la lingua e ci ha trattato di tutti i nomi. Così ci siamo potuti ricordare delle sue bravate di confine a Ventimiglia e Bardonecchia contro l’ingresso dei migranti sul suolo francese.

Proprio una mossa azzeccata, signor Ministro! Taciti e consensuali stanno i suoi sodali di Visegrad con Orbán in testa. Ungheresi, polacchi, slovacchi e cechi fanno già fatica a distinguere e sopportare le relative popolazioni autoctone, figuriamoci se possono imbarcare altri popoli! Per non parlare degli austriaci. In Europa ci si sta volentieri per prendere, non per dare. E prendere soldi, mica profughi. E poi loro come potrebbero “imbarcare”? Sono paesi delle terre interne della Mitteleuropa, dell’Europa di mezzo. Ci pensino i peninsulari, che hanno l’affaccio sul mare e il clima mite! Bon per loro.

Eppure non siamo il solo paese rivierasco e allora perché vengono tutti da noi, in Italia? Perché non se ne vanno anche un po’ in Francia o in Spagna, che ce ne hanno pochi di negri e profughi? O li usano solo per lo sport e la nazionale di calcio ai mondiali. Insomma, Francia e Spagna, purché il mare le bagna. Magari bisognerà ammettere che, a parte questa contabilità nazionale che non so quanto torni, se i profughi vengono dalla Siria, dalla Libia o dalla Tunisia, Francia e Spagna sono un po’ più distanti, per canotti o imbarcazioni. Invece, attraverso il Canale di Sicilia, la rotta è assai più breve. Infatti sbarcano in Sicilia, a Catania, non vanno, ad esempio, in Toscana, a Livorno il cui Sindaco, pentastellato di sinistra, sempre per dire, si era anche proposto di ospitare l’Acquarius, salvo declinare subito l’offerta. Era solo un’opinione personale e poi “dé, l’Acquario a Livorno ci s’ha già gli avranno ricordato i suoi. E allora Signor Ministro proviamo a spostare la nostra bella Trinacria un po’ più in su, più al largo dell’Africa. Opporsi alla deriva dei continenti potrebbe essere una promessa elettorale a lungo termine. Del resto non si può accettare passivamente tutto quello che viene.

E poi ci sarebbe Malta, con il suo ordine cavalleresco, che ci pensino loro! E i cavalieri di Malta risponderanno, allora ci sarebbero pure Pantelleria e Lampedusa. Ma lei Ministro alzi la voce anche con Malta, dopo aver maltrattato i tunisini “galeotti”. Non siamo noi a fare i grossi, è Malta che è piccola. E anche questi negri, sono troppi! E troppi è un’unità di misura indefinita, ma poco raccomandabile, quasi un reato. Perché non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono negri! E se non sono negri, non sono comunque italiani. Razzisti comunque non siamo. Ce ne sono tra noi, come in Europa, ma non si può dire che gli italiani, lo siano. Però, attenzione, il razzismo è un male banale. Per tutti e sempre. Perfino Einstein, il genio, ce l’aveva con i cinesi. Tutto è davvero relativo.

Magari soltanto pensare che l’Isola di Malta, che pure deve fare la sua parte, possa risolvere il problema della migrazione vuol dire non avere esattamente la dimensione del problema. Meno male che la Spagna di Pedro Sánchez ha offerto all’Acquarius l’attracco nel porto di Valencia e, per il momento, ci ha levato le castagne dal fuoco. Un governo socialista che non solo esiste, ma fa pure qualcosa di sinistra, non si era più visto. Bello, comunque. Capace, però, dura poco. Fra non molto in Spagna ci sono le elezioni.

Per Valencia, altri 4 giorni di “crociera” sull’Acquarius, sovraccarica di persone stanche, in fuga dal loro passato e dal loro presente, incerte del futuro. Perché di persone si tratta. Due navi della Marina Militare Italiana sono in appoggio per trasbordo, viveri e assistenza. Ci costerà di più di uomini e mezzi, ma l’importante è tenere il punto. Il bello è che a Catania nello stesso tempo è approdata una nave militare italiana con 937 persone a bordo, più di quelle dell’Acquarius, ma quella è una nave italiana. Alle Ong straniere i nostri porti sono preclusi, solo a noi accendono i loro lumi.

Al di là della forma, la sostanza è questa: gli sbarchi che pure erano fortemente diminuiti, grazie alla politica del Ministro Minniti, continueranno, indifferenti al colore del governo di turno. Prova ne sia che, al di là di stampa, social e propaganda, sfidano anche questo governo giallo-verde e il suo impavido “sceriffo dei mari”. I flussi migratori dipendono dalla guerra, dal bisogno e dalle diseguaglianze: quelle internazionali e quelle interne ai paesi di provenienza. Se un giorno si smettesse di scambiare gli effetti con le cause e si affrontassero queste, forse si potrebbero perfino intravedere soluzioni, addirittura occasioni in questa grave crisi. Ciò che occorre è un’azione di pacificazione, di riequilibrio, di crescita in quei paesi e di accordi per creare le condizioni economiche e sociali del loro legittimo sviluppo, frenando i flussi migratori. Ma occorrerebbe un’Europa unita e perfino un contingente, un esercito europeo. Il Mediterraneo è il mare nostrum: il mare europeo. Ed è anche il mare che bagna una parte dell’Africa e dell’Asia. Per il nostro Paese, che su quelle coste e quei popoli si affaccia, è data anche una possibile opportunità. Un’azione di pacificazione e sviluppo di cui noi italiani, più di altri, potremmo farci interpreti. E non certo, per propaganda politica ed elettorale, isolarci e inimicarci mezza Europa nonché i paesi di provenienza dei flussi migratori.

Il diritto di asilo nel nostro Paese è previsto dalla Costituzione Italiana all’articolo 10. Il Trattato di Dublino riguarda i richiedenti asilo. Fu firmato nel 1990 con il Governo Andreotti, entrò in vigore nel 1997 con il Governo Prodi, fu adottato del 2003 con il Governo Berlusconi e poi modificato nel 2013 con il Governo Letta. È passato attraverso governi di centro, di destra e di sinistra. Può essere modificato ancora, però bisogna lavorarci e ricercare un’unità d’intenti in Europa, cosa che la Lega non ha mai fatto. I migranti che arrivano non sono soltanto profughi “politici”, sono anche e in maggior parte migranti “economici”. Peccato che esistano. E c’è una differenza formale per noi, ma per quegli uomini, donne e bambini fuggire dalle persecuzioni politiche, piuttosto che dalla guerra e dalla fame è, in sostanza, la stessa cosa. Perciò occorrono politiche più solidali da parte di tutti, nessuno escluso, non prove di forza.

Comunque nessuno dotato di raziocinio, nessun’anima bella può pensare che non occorrano regole e limiti che tengano conto della drammatica situazione attuale, ma bisogna farlo restando umani. Se no inutile commuoversi quando Papa Francesco ci ricorda “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” e “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Che poi sarebbe il Vangelo secondo Matteo, non Salvini, l’altro. L’apostolo, chi avevate capito? Fa parte della Bibbia su cui il Nostro, con tanto di rosario verde, ha pure giurato. Ma forse lui ha letto solo il Vecchio Testamento. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 17 Giugno 2018 

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi