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Attualità mercoledì 28 maggio 2025 ore 18:00

Isole sostenibili, la sfida è sempre aperta

Foto di repertorio

L’avanzamento della transizione ecologica nel rapporto “Isole Sostenibili 2025". La situazione di Capraia, Elba e Giglio



ARCIPELAGO TOSCANO — La sostenibilità nelle isole minori è una sfida ancora da vincere, anche nell’arcipelago Toscano. Le isole della regione, come il Giglio e Capraia, hanno raggiunto un indice di sostenibilità sopra la media nazionale, ad esempio l’isola d’Elba al 49%, Capraia e il Giglio al 48%, nonostante ci sia ancora tanto da fare.


A restituire l’istantanea sono Legambiente e l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA) che hanno presentato a Napoli, nell’ambito della fiera Green Med Expo & Symposium, il rapporto “Isole Sostenibili 2025”. Frutto del lavoro dell’Osservatorio Isole Sostenibili, l’analisi ha preso in considerazione 26 piccole isole abitate in Italia, amministrate da 33 Comuni che ospitano più di 188mila abitanti residenti, sulla base di dati 2023 di fonti nazionali ed europee che analizzando dati quali il consumo di suolo, i rifiuti, l’acqua e la depurazione, la mobilità, l’energia e le aree naturali protette. 

A livello nazionale l’indice di sostenibilità è di 46,8% (+1,3% rispetto al 2024), per quanto riguarda le isole toscane tutto l’arcipelago riscontra dati leggermente superiori alla media tra il 48-49%.

L’Isola d’Elba è una delle 4 isole italiane che supera il 65% di raccolta indifferenziata (66,06%), ma resta lontana da Favignana che nel 2023 ha raggiunto l’85%. Molto più indietro Capraia (42,12%) e Giglio (28,41%), ultima in classifica. Se l’ultimo anno il consumo di suolo è pari a zero a Capraia, all’Elba sono stati cementificati e asfaltati 4,06 ettari, record tra le isole italiane, il tutto mentre il rischio idrogeologico colpisce tutte le isole abitate della Toscana. Come è successo con le inondazioni all’isola d’Elba, lo scorso 14 febbraio 2025.

Capraia ha problemi anche con l’acqua, visto che la dispersione idrica raggiunge il 57%, male anche l’Elba con il 46%, mentre è ottimo il risultato del Giglio con l’8%. Nonostante un quadro abbastanza mediocre su questi aspetti, la transizione energetica registra alcuni passi avanti con l’ormai consolidato uso del biodiesel per produrre energia a Capraia. Tuttavia, il biodiesel è importato e quindi non completamente a emissioni zero e l’Isola di Capraia può senz’altro ancora aumentare la propria sostenibilità in tema di energia.

C’è poi la piccola isola carcere di Gorgona, alla quale viene dedicata una scheda a parte per i progetti attuati e in corso di risparmio idrico ed energetico. Ma il Giglio si ferma a 62,58 kW di energia rinnovabile, pari a soltanto l’8,94% dell’obiettivo ministeriale e Capraia è ultima in classifica

Il record di solare fotovoltaico installato nel 2023 nelle isole minori italiane spetta all’Elba con 7815 kW e nel 2024/25 questo trend è continuato, mentre si progettano Comunità energetiche rinnovabili, ma si tratta di un dato ancora fortemente insufficiente rispetto alle potenzialità dell’Elba e delle altre isole.

I dati sono ancora sconfortanti per quanto riguarda il solare termico. L’eolico a mare resta per ora solo un progetto. L’auto fa ancora la parte del leone nella mobilità all’Isola d’Elba (23.039 auto, 74 auto/100 ab.) che continua ad avere grossi problemi con il trasporto pubblico marittimo e terrestre. Inoltre, mentre si parla di sostenibilità, il 49% del parco auto elbano è  inferiore all’Euro 5, dato comunque migliore che nelle altre isole minori.


“Si tratta di un quadro in evoluzione, ma ancora troppo lenta e con troppi progetti green che partono e si arenano sia all’Elba che a Giglio e Capraia. La frammentazione amministrativa dell’Arcipelago Toscano in 10 Comuni (compreso Livorno per Gorgona), rende molto difficile dar seguito a politiche ambientali ed energetiche che dovrebbero essere di comprensorio e Arcipelago,” dichiara Umberto Mazzantini, responsabile mare Legambiente Toscana. - Inoltre, le politiche di sostenibilità – spesso declamate - non sembrano davvero una preoccupazione per molti amministratori locali. Bisognerebbe correre e invece stiamo, quando va bene, facendo piccoli passi, scavalcati anche da altre isole che prima ci seguivano. Con questo ritmo l’Arcipelago rischia di diventare un posto dove i turisti del nord Europa vengono a vedere come si viveva e si produceva energia prima della nuova rivoluzione energetica e della sostenibilità ambientale. Peccato, perché le risorse e le occasioni non mancano, bisognerebbe utilizzarle e saperle cogliere".


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