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Attualità domenica 15 marzo 2020 ore 14:00
Gli infermieri, "Proteggere noi sanitari"
Il sindacato degli infermieri Nursind, col suo coordinamento della area Toscana nord ovest, torna a chiedere dispositivi di protezione adeguati
LIVORNO — "Accettiamo, momentaneamente, anche se con mille remore e certamente non a cuor leggero, le disposizioni di legge più' specifiche per il personale sanitario, come la sospensione della quarantena per coloro che sono stati a contatto con persone positive e la sospensione dell'esecuzione del tampone per l’accertamento alla patologia infettiva da Corona Virus, anche se siamo consapevoli che tali disposizioni porteranno inevitabilmente ad ammalarci, dato che siamo i più esposti alle persone infette.", dicono dal sindacato infermieristico Nursind di Pisa, Lucca, Livorno, Massa e Versilia.
"Naturalmente, ancor più grave, temiamo che proprio gli operatori sanitari, infermieri, medici, ostetriche ed oss, potranno essere i così detti “untori”, cioè coloro che potranno più facilmente trasmettere l’infezione a tutti con cui sono stati in contatto , prima che tali operatori diventino positivi al tampone, che, purtroppo, verrà fatto loro solo nella fase di sintomatologia eclatante e solamente allora sarà concesso loro di lasciare la sede di lavoro dopo aver probabilmente contagiato tutti i pazienti, utenti con cui sono venuti a contatto, senza parlare dei loro familiari, anch’essi non immuni da Corona Virus".
"Nessuno si tira indietro, in questa emergenza sanitaria, accettando turni massacranti e situazioni imprevedibili ed in continuo mutamento. Abbiamo accettato qualsiasi norma di legge e sacrificio che questa emergenza sanitaria e sociale impongano, lavorando incessantemente per 10 12 ore al giorno".
"Noi infermieri stiamo vivendo momenti lavorativi drammatici e alla politica e ai social fa comodo e piace l'appellativo di “martiri e eroi”, ma le istituzioni, l’azienda non si possono lavare così la coscienza; devono fornirci di strutture, mezzi adeguati e soprattutto ci devono tutelare, proteggere affinché il nostro operato possa continuare per tutta la durata di questa emergenza in atto".
"Dobbiamo e vogliamo lavorare con Dispositivi di Protezione Individuale (DPI: maschere, camici/tute, visiere occhialini ecc) idonei al nostro operato, ruolo e etica professionale: “non nuocere a noi stessi per preservare la salute di tutti, di tutta la collettività".
"A proposito di DPI, sia essi di primo che secondo livello (il cui utilizzo è in base al rischio di contagio), devono essere certificati ed appropriati per il tipo di intervento e non possono essere improvvisati o “fatti in casa” e soprattutto molti di questi non possono essere riciclati, riutilizzati per più pazienti o giorni"
"I DPI che in questo periodo sono il pane quotidiano di tutti gli operatori sanitari, arrivano centellinati giorno per giorno e non sono sufficienti per tutte le procedure clinico-assistenziali svolte dai vari operatori che ne dovrebbero fare uso come azioni preventive".
"Da oggi, purtroppo, l’azienda ha iniziato a distribuire dei DPI che sono totalmente inappropriati, non garantiscono la tutela dell’operatore sanitario, ne quella della persona che ha bisogno di assistenza e cura, tradendo integralmente la mission per cui l'azienda li ha acquistati: la protezione finalizzata alla prevenzione della diffusione di questo nuovo Virus, Il corona Virus 19".
"Abbiamo inviato una diffida all’azienda all’utilizzo di tali DPI e richiesto il loro ritiro immediato con sostituzione di mascherine a norma".
"Il messaggio è forte e chiaro; gli infermieri, tutti gli operatori sanitari devono lavorare in sicurezza e l’ azienda, il datore di lavoro, deve mettere in atto tutte le strategie e fornire tutti gli strumenti a norma per garantire la sicurezza del lavoratore".
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