Attualità martedì 13 agosto 2024 ore 18:42
Cia, "No ad agrifotovoltaico selvaggio"
Cia Etruria spiegato la sua posizione in merito e ritiene necessario collaborare con i Comuni per individuare le aree
PROVINCIA DI LIVORNO — Cia Etruria esprime le proprie perplessità di fronte al dilagante fenomeno dell’agrivoltaico.
Lo fa sapere attraverso una nota in cui spiega che si tratta di "Un fenomeno che a lungo termine rischia di mettere ancora più in crisi un settore che da anni sta vivendo grandi difficoltà dovute all’incremento dei costi energetici; al sempre più risicato margine riconosciuto ai produttori e ai cambiamenti climatici in atto che dalle forti piogge alle ondate di calore eccessive (spesso causa di siccità), stanno compromettendo le colture stagionali".
“Dal 1982 ad oggi il numero delle aziende agricole in Italia è passato da oltre 3 milioni ad 1 milione e 100 mila - dice Mauro Cavallini, direttore Cia Etruria- e in questi 40 anni si è perduto oltre 3 milioni di ettari di superfice agricola. Si tratta perciò di terreni abbandonati.”
Elemento di ulteriore preoccupazione per Cia Etruria è dato dal fatto "che oltre il 50% delle aziende ha più di 60 anni e non trova ricambio generazionale. Così, per arrivare a colmare il deficit reddituale spesso si cercano soluzioni ree di non valutare le conseguenze future".
“Negli anni si è affittato i terreni per uso agricolo- spiega- mentre ora si rischia di occuparli per produrre e vendere energia da impianti fotovoltaici, un’operazione che rischia di stravolgere radicalmente la vocazione del territorio e la geografia dei paesaggi toscani ammirati in tutto il mondo (immaginiamoci distese di pannelli fotovoltaici). Anziché affrontare il problema relativo alle tasche dei produttori- continua- la politica attenziona soltanto quello dell’emergenza energetica. La soluzione di pochi andrà ad aggravare lo scenario collettivo con ulteriore abbandono dei terreni”.
"Occorre - sostiene Cia Etruria - disciplinare l’agrivoltaico operando in stretta sinergia con i comuni dei singoli territori".
“Il mondo agricolo non deve subire gli effetti dell’agrivoltaico- evidenzia Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria- perché oltre a modificare irreversibilmente i nostri bellissimi paesaggi non apporta alcun vantaggio all’attività produttiva agricola che anzi, ne risulta aggredita. Siamo disponibili in questo percorso ad individuare zone da destinare a questo scopo in cooperazione con i Comuni ma nell’interesse del settore agricolo e laddove non vi sia la possibilità di coltivare. La fragilità del mondo agricolo deve insegnarci a valorizzare le produzioni locali e a far ottenere agli agricoltori una giusta remunerazione del prodotto”.
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