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Cronaca mercoledì 14 febbraio 2024 ore 08:40

Maxi sequestro di prodotti contraffatti

Si tratta di prodotti elettronici che presentavano il marchio "CE" difforme. Le indagini sono partite dalla costa livornese



ROMA — I militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Castiglioncello e della Compagnia Cecina  nell'ambito delle indagini coordinate dalla procura di Livorno, hanno sequestrato oltre 220mila prodotti di elettronica contraffatti e recanti marchio "CE" non conforme, trovati in magazzini e depositi situati nella periferia di Roma.

Ma, come spiegato dalla Guardia di finanza in una nota, tutto è partito dal litorale labronico e di Castiglioncello.

L’avvio delle indagini risale infatti alla scorsa estate quando, nell’ambito del controllo per contrastare contraffazione e abusivismo commerciale  messo in campo in modalità rafforzata dalle Fiamme Gialle livornesi, coordinate dal Comando Provinciale del capoluogo, nei tratti di lungomare toscano con maggiore affluenza turistica, la Tenenza di Castiglioncello ha intercettato e sequestrato migliaia di prodotti della specie immessi in vendita sulla costa locale da cittadini extra-comunitari.

I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di risalire la filiera di distribuzione dei prodotti, individuando prima diversi negozi in Toscana e, successivamente, ulteriori punti vendita e ingrosso, magazzini e depositi situati a Roma.

Presso questi ultimi la Guardia di finanza ha effettuato un sequestro record di centinaia di migliaia di prodotti elettronici, tra cui smart-watch e auricolari recanti marchi riconducibili a note case produttrici, e vari accessori elettronici con marchiatura “CE” non conforme alla normativa nazionale e comunitaria.

La merce sequestrata, come spiegano dalla Guardia di Finanza, qualora immessa sul mercato, avrebbe fruttato illeciti guadagni per oltre 1,5 milioni di euro.


La contraffazione e il commercio di prodotti non genuini e insicuri, cone evidenziano dalla Guardia di Finanza, inserendosi in modo insidioso nel mercato regolare, danneggiano la libera concorrenza sottraendo pertanto grosse opportunità commerciali e lavorative alle imprese rispettose delle regole di mercato, con grosse ripercussioni, di riflesso, anche sul tessuto economico fiscale nazionale, traducendosi in una diminuzione di crescita del Paese a svantaggio dei cittadini onesti.


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