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Attualità giovedì 21 luglio 2016 ore 14:55

Uno spiraglio per chi è senza ammortizzatori

Enrico Rossi, il presidente della Regione Toscana

Il presidente Rossi a Roma ha invitato il ministro del lavoro a valutare la possibilità di allungare il periodo di mobilità e altre misure



PIOMBINO — Si delinea la possibilità di dare una prospettiva ai circa 11.500 lavoratori delle aree di crisi complessa di Livorno e Piombino.

L'incontro romano tra il presidente Enrico Rossi, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, gli altri presidenti delle Regioni con aree di crisi e le organizzazioni sindacali è servito a concentrare l'attenzione proprio su quei lavoratori che tra non molto vedranno esauriti gli ammortizzatori sociali di cui hanno goduto finora e per le centinaia che questi aiuti li hanno già persi.

"Ho chiesto di valutare - spiega il presidente Rossi - la possibilità di allungare il periodo di mobilità per i lavoratori che sono giunti al termine della Naspi o della mobilità e che quindi si troveranno a breve senza alcun aiuto. In Toscana abbiamo utilizzato anche i bandi per lavori di pubblica utilità istruiti insieme ai Comuni per selezionare quei lavoratori che, non avendo prospettive di impiego, possono in questo modo ottenere un introito nel mentre si realizzano i piani di reindustrializzazione. La Regione può impiegare a questo scopo una parte dei fondi sociali europei a cui il Governo potrebbe aggiungere ulteriori risorse. La Regione potrebbe così continuare ad intervenire con le politiche attive per il lavoro mentre lo Stato potrebbe intervenire a sostegno del loro reddito".

Il ministro Poletti ha raccolto la proposta del presidente toscano e si è detto disponibile a iniziare un percorso che porti proprio in questa direzione attraverso interventi ad hoc per le singole aree di crisi.

Nelle aree di crisi complessa in Toscana, entro il 31 dicembre 2017 11.515 lavoratori non avranno più coperture. A Piombino sono 249 quelli a fine mobilità, a Livorno sono 1747. Quelli a fine Aspi e Naspi sono 2.018 a Piombino e 7.501 a Livorno. A questi si aggiungono alcune centinaia di persone che hanno già perso ogni protezione.


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