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Report Fondazione Cariplo, le disparità non sono un destino ineluttabile

MILANO (ITALPRESS) – Presentato oggi alla Triennale Milano, nell’ambito della 24^ Esposizione Internazionale intitolata “Inequailties”, il Secondo Rapporto Disuguaglianze di Fondazione Cariplo, che si concentra sulle condizioni in grado di favorire lo sviluppo personale e collettivo anche in situazioni di vulnerabilità.La fioritura del potenziale umano è spesso il risultato di un processo collettivo, questo l’esito […]



MILANO (ITALPRESS) – Presentato oggi alla Triennale Milano, nell’ambito della 24^ Esposizione Internazionale intitolata “Inequailties”, il Secondo Rapporto Disuguaglianze di Fondazione Cariplo, che si concentra sulle condizioni in grado di favorire lo sviluppo personale e collettivo anche in situazioni di vulnerabilità.La fioritura del potenziale umano è spesso il risultato di un processo collettivo, questo l’esito principale del rapporto.L’indagine, condotta su un campione di 1.201 giovani tra i 18 e i 45 anni, evidenzia il ruolo decisivo delle condizioni economico-familiari e del territorio nel sostenere i talenti.In un Paese sempre più vecchio e attraversato da disparità diventa necessario far emergere e accompagnare il potenziale umano di ciascuno, per il futuro comune oltre che per una scelta etica.La relazione con gli altri, la rete, la comunità e la presenza di figure di fiducia hanno un potere generativo: trasformano le fragilità in risorse e contribuiscono alla crescita collettiva.I dati del Rapporto confermano, dunque, che la rete di relazioni è una leva decisiva: chi è inserito in contesti di fiducia tende a migliorare in tutte le dimensioni del benessere.Il 77% del campione ha incontrato almeno un ostacolo nel proprio percorso di vita; la condizione economica resta la principale barriera (28%), seguita dalle difficoltà relazionali (21%). Eppure, più di una persona su due (52%) ha migliorato la propria condizione economica rispetto al punto di partenza, percentuale che cresce tra chi vive in contesti socialmente integrati (64%) e cala tra chi è isolato (28%).Tra quanti hanno affrontato difficoltà, il 52% dichiara di aver ricevuto aiuto da una o più persone – soprattutto amici (36%) e insegnanti (11%).Ciò dimostra che quando il sistema – composto da istituzioni, comunità, famiglie e cittadini – riesce a mettere in campo politiche, reti e servizi capaci di sostenere le persone, nascono veri e propri “ecosistemi di opportunità”: contesti in cui anche le fragilità economiche, educative o familiari smettono di essere una condanna e diventano terreno di rinascita.Due sono le leve fondamentali di questo processo: il mentor, in grado di accendere il potenziale individuale, e la comunità che diventa ossigeno necessario per mantenerlo vivo.Il rapporto è stato presentato da Nando Pagnoncelli, presidente e amministratore delegato di IPSOS Italia, Paola Milani, Professoressa Ordinaria di Pedagogia, Università di Padova, e Federico Fubini, Vicedirettore del Corriere della Sera.“Per questo secondo rapporto siamo partiti dal termine ‘fioriturà, concetto basato su 5 dimensioni: economica, sociale, educativa, familiare, stato di salute…La fioritura individuale è anche la fioritura delle comunità, e viceversa”, ha detto Pagnoncelli.Paola Milani ha posto il focus sull’importanza del processo di co-educazione tra scuola e famiglia, mentre Federico Fubini si sofferma sulla condizione economica, sul capitale sociale e il “bright side” legato ai percorsi potenziali di uscita dalla disuguaglianza.“Dobbiamo domandarci se di fronte all’aumento delle disuguaglianze vogliamo e possiamo fare qualcosa. Sulla volontà, da parte nostra non ci sono dubbi: gran parte delle attività di Fondazione Cariplo vanno nella direzione del contrasto a questo fenomeno. Non possiamo permettere differenze così ampie tra una parte di popolazione e un’altra”, ha detto Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo “Possiamo fare qualcosa? Certo. Innanzitutto dobbiamo avere una base dati e studi come quelli che emergono dal Rapporto sulle disuguaglianze. Nella prima edizione del rapporto si metteva in evidenza come sia importante intervenire già nei primi anni di vita dei bambini e sulla loro formazione ed educazione; in questa nuova edizione del Rapporto, emerge ben chiaro che occorre una rete e persone che stanno vicino a chi è in difficoltà. Il contrasto alle disuguaglianze crescenti è dunque un processo collettivo. Per questo Fondazione Cariplo si propone sempre di più come una piattaforma di relazioni e servizi. Le risorse economiche sono importantissime, e per questo cerchiamo alleanze, con istituzioni ed aziende per realizzare i nostri obiettivi. Di fronte questi fenomeni così ampi e complessi, dobbiamo lavorare tutti insieme”. E come chiusura anticipa quello che sarà il l’obiettivo del terzo rapporto di Fondazione sulle disuguaglianze: “Come facciamo ad avere comunità educanti più diffuse sul territorio? Come una fondazione filantropica può dedicare parte delle sue risorse a rendere più frequente la fioritura di mentor? Fra due anni avremo la risposta”.A seguire un video-intervento del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, e la tavola rotonda per la condivisione di racconti di vita e visioni attraverso gli ospiti Danielle Madam, pesista italiana di origine camerunense – 5 volte campionessa italiana giovanile nel getto del peso, Alberto Fontana di Spazio Aperto, e Andrea Capaldi di Mare Culturale Urbano.“Questo rapporto della Fondazione Cariplo ci aiuta a liberarci dalla nebbia, per vedere le drammatiche conseguenze dell’accettare le disuguaglianze come normali – ha detto Zuppi -. Qualche volta i dati sono noti, ma non li percepiamo a volte con quella crudezza che troviamo nel rapporto e che deve aiutare la consapevolezza e la ricerca delle soluzioni. La comunità ha il potere di colmare i gap lasciati da famiglie in difficoltà o in condizioni economiche svantaggiate. Questo è un grande impegno, è possibile nel tessere le relazioni anche lottare contro le disuguaglianze”. – foto Italpress –(ITALPRESS).

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