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Attualità giovedì 25 aprile 2024 ore 14:23

25 Aprile, Salvetti legge il testo di Scurati

Il sindaco Luca Salvetti

Anche il sindaco di Livorno ha aderito all'appello e ha letto pubblicamente il monologo dello scrittore censurato dalla Rai



LIVORNO — "Così come hanno fatto centinaia di sindaci in tutta Italia, ho deciso di leggere l'intervento di Antonio Scurati, che è stato cancellato dalla Rai qualche giorno fa, ma che noi riportiamo oggi al centro dell'attenzione. Dobbiamo insistere nel ricordare determinati valori e atteggiamenti a chi questi valori vuole metterli in un cassetto". 

Lo ha detto il sindaco di Livorno Luca Salvetti, nel suo intervento di questa mattina durante le celebrazioni del 25 Aprile, al 79esimo anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo.

"Nel discorso di Scurati c'è tutto quanto volevamo sentire inquesto giorno di ricordo. - ha spiegato Salvetti - Stiamo vivendo unafase storica particolare, per ciò che accade nel mondo traguerre e nuovi massacri. E qualcuno ha provato a inserire questomomento nel ragionamento che riguarda la propria campagnaelettorale. Questo fatto lo ritengo la più grossa offesa allamemoria". 

Qui di seguito il testo dello scrittore Antonio Scurati:

25 Aprile

"Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.


Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.


Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?


Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).


Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana".

Alle celebrazioni erano presenti anche i candidati a sindaco alle prossime elezioni  amministrative Alessandro Guarducci, sostenuto dal centrodestra, e Valentina Barale per la coalizione di sinistra Il Primo Polo.


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