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Cronaca lunedì 08 giugno 2020 ore 17:16

Mascherine, "Edicolanti offesi e minacciati"

Già quindici edicole che avevano accettato di collaborare alla distribuzione hanno disdetto l'accordo:"Situazione insostenibile"



LIVORNO — "Una situazione insostenibile" quella riferita da Daniele Domenici, segretario provinciale del SiNaGi, il sindacato nazionale delle rivendite di giornali "Una quindicina di edicole della città di Livorno iscritte al Si.Na.G.I. ha già disdetto l'accordo relativo alla distribuzione gratuita delle mascherine. Una decisione dolorosa ma irrinunciabile: la situazione sta infatti diventando insostenibile", ha detto Domenici.

"Molti edicolanti che con grande senso civico ed entusiasmo avevano accettato di partecipare al “progetto mascherine” della Regione stanno infatti ricevendo da giorni offese e minacce (sia verbali che tramite social): non è più possibile andare avanti così. Una cosa simile sta avvenendo anche nei confronti di molti edicolanti che al progetto non hanno aderito (gli iscritti al Si.Na.G.I. che ad esempio hanno effettuato questa scelta sono una ventina): si ricorda a tal proposito che l'adesione al progetto della Regione non è obbligatoria bensì soltanto facoltativa".

"Le offese e le minacce sono atti che devono essere fermamente condannati: questi lavoratori hanno il diritto a ricevere la massima solidarietà.

Forse la troppa pubblicità mediatica – attraverso la stampa, i canali tv ed i social - ha fatto credere al cittadino che le edicole fossero diventate esclusivamente centri di distribuzione mascherine e non più venditori di giornali e riviste , attività che è invece la nostra unica fonte di guadagno. Mi sono stati segnalati episodi ingiustificabili ed inqualificabili di cittadini che si sono scagliati contro edicolanti con una violenza verbale inaudita: proprio per questo in molti casi non è stato possibile neanche fornire il normale servizio di vendita di giornali ai propri clienti", ha raccontato ancora Domenici.

"Questi atti riprovevoli non possono esser tollerati e giustificati, ho visto ed ascoltato colleghi avviliti e scossi dopo quella che doveva esser una normale giornata lavorativa. 

Trovo intollerabile che adesso, a causa di un numero impressionante di cittadini “bramosi” di ottenere la propria mascherina gratuita senza rispettare le minime norme di buon senso, non si possa garantire il normale servizio ai propri clienti, ossia quelle stesse persone che non hanno mai abbandonato le loro rivendite di giornali nemmeno nel periodo del lockdown".


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