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Attualità venerdì 08 aprile 2016 ore 19:30

"Livorno Radio poteva fare di più"

Il 10 aprile 1991 il Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo: morirono 140 persone. Il punto di vista di Gregorio de Falco



LIVORNO — E' la più grande tragedia della marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. Sono passati 25 anni dalla notte in cui il Moby Prince mollò gli ormeggi dal porto di Livorno alle 22 del 10 aprile 1991. Era diretto a Olbia. Non erano neanche le 22,30 quando entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo.

Errore umano e nebbia, le cause del disastro secondo il parere dei magistrati che via via si sono occupati della vicenda.

All'epoca dei fatti Gregorio De Falco, il capitano di fregata reso famoso da un'altra notte, quella del naufragio della Costa Concordia, quando intimò il comandante Schettino di tornare a bordo con un "salga a bordo c...", non era ancora in marina: "E' vero - ammette De Falco- che dal 1991 a oggi le strutture e la capacità operativa della guardia costiera si sono evolute in modo esponenziale". Tuttavia osserva: "Mi chiedo come mai nelle comunicazioni di quella notte Livorno Radio, soggetto incaricato di pubblico servizio e gestore delle telecomunicazioni, resta in silenzio e non chiama il Moby Prince".

"Mi ha sorpreso -continua-che questo aspetto non sia stato messo in rilievo neppure durante le indagini della magistratura".

Ci fu un altro particolare a colpire De Falco. Paolo Frajese, qualche giorno, dopo durante il Tg1 mostrò un video del disastro. "Si vede chiaramente il riflesso in mare della petroliera quindi la nebbia non c'è" disse il giornalista.

Quella sera morirono 140 persone: 75 passeggeri e 65 membri dell'equipaggio. Solo una persona si salvò la disastro della Moby Prince. Si tratta del mozzo Alessio Bertrand che si salvò rimanendo aggrappato a una balaustra.

La petroliera Agip Abruzzo fu la prima nave ad essere soccorsa, nessuna vittima tra quanti erano a bordo. Per quasi un'ora invece nessuno si accorse che il Moby era alla deriva completamente avvolto dalle fiamme. Eppure dal traghetto alle 22,26 fu lanciato il may day: "Siamo in collisione...siamo in fiamme...occorrono i vigili del fuoco...compamare se non ci aiuti prendiamo fuoco". Ma alla sala radio della capitaneria di porto di Livorno arrivò un segnale debolissimo e non fu sentito.


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