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giovedì 13 febbraio 2025

COSE STRANE E POSTI ASSURDI — il Blog di Blue Lama

Blue Lama

Prima di qualunque altra cosa, io sono una viaggiatrice. L'illuminazione arrivò in terza elementare grazie a Goscinny e Uderzo: lessi "Asterix e Cleopatra" e dentro di me si spalancó una voragine di curiosità. A 16 anni Baudelaire mi fornì la chiave di quel desiderio: "I veri viaggiatori partono per partire...". Da tutta la vita, anche senza un perchè, io vado. Non esiste luogo sulla Terra che possa deludermi.

Le spine del diavolo? Un miracolo

di Blue Lama - domenica 02 febbraio 2025 ore 10:15

Un esemplare di diavolo spinoso - foto Blue Lama
Un esemplare di diavolo spinoso - foto Blue Lama

Uno degli aspetti più interessanti di un viaggio in Australia è quello di vedere di persona gli stranissimi animali che la popolano, tutti geneticamente evoluti per sopravvivere in un continente ostile dove, tanto per fare un esempio, gli stessi luoghi in alcune stagioni dell'anno sono deserti roventi e, in altre, si trasformano in laghi sterminati

Non sto parlando di visitare uno zoo, ovviamente, ma di incontri casuali lungo il cammino. Per quanto mi riguarda, il più fortunato è stato con un animale che, un po' per le sue dimensioni ridotte, un po' per la sua eccezionale capacità di mimetizzarsi con l'ambiente circostante, è davvero difficile da incrociare in libertà: il diavolo spinoso

Un esemplare di diavolo spinoso - foto Blue Lama

Il nome scientifico è Moloch Horridus ed è l'unico animale del genere Moloch conosciuto sulla faccia della Terra. La parola Moloch evoca una divinità spaventosa e ingorda, il cui culto, diffuso nell'Africa settentrionale e nel vicino Oriente, secondo la leggenda esigeva sacrifici umani, in particolare bambini. 

In effetti il diavolo spinoso australiano ha un aspetto impressionante e, quando si tratta di cibo, è davvero insaziabile: nutrendosi prevalentemente di formiche che, per loro natura, sono poco nutrienti, ne deve ingollare almeno un migliaio al giorno, appostandosi nelle vicinanze di un nido, rimanendo immobile e poi catturandole con un veloce movimento della sua lingua appiccicosa. 

Per noi umani è innocuo, anche perchè è formato lucertola: la sua lunghezza varia dai 10 e i 25 centimetri e non pesa mai più di 100 grammi.

Il corpicino è cosparso di squame dentellate, vere e proprie spine dal duplice scopo. Prima di tutto scoraggiare eventuali predatori: quelle punte aguzze non hanno un aspetto appetitoso e comunque, quando un potenziale nemico si avvicina, il diavoletto si attorciglia su se stesso proteggendosi la testa con le zampe anteriori ed esponendo una protuberanza che ha sulla nuca, una specie 'falsa testa' che si può beccare un morso senza conseguenze letali. 

Ma è l'altra funzione delle spine a rappresentare un miracolo della natura: la rugiada del mattino si deposita facilmente sulla punta delle squame e poi scivola verso la pelle, solcata da un reticolo di minuscoli canali che convogliano l'acqua direttamente nella bocca del diavoletto. In condizioni di caldo estremo, il moloch si seppellisce nella sabbia e, grazie a questo sistema di canalizzazione, basta l'umidità del terreno a permettergli di non morire di sete.

Quando ho incontrato il 'mio' diavoletto con le spine stavo percorrendo in auto una strada sterrata all'interno del Karijini National Park, nell'Australia occidentale. A un certo punto, sul lato sinistro della pista, vidi un paio di persone intente a fotografare qualcosa che si trovava sul terreno. Mi fermai e andai a vedere che cosa avesse attirato la loro attenzione. Mi ci volle qualche secondo ma poi riuscii a distinguerlo, immobile in mezzo ai cespugli, con la testa rivolta verso l'alto: un drago in miniatura, una creatura splendida e perfetta che, a meno di mezzo metro da uno gruppo di esseri umani di dimensioni gigantesche rispetto a lei, non aveva assunto una posizione difensiva e sembrava scrutarli a sua volta. Scattai un paio di foto al moloch e poi rimasi a guardarlo, incantata, fino a quando lui non decise di rimettersi in moto in mezzo ai cespugli e sparì dalla vista. 

Dal giorno di quell'incontro sono passati dieci anni ma, quando ci ripenso, mi emoziono ancora.

Bluelama23@gmail.com

Una pista nel Karijini National Park, in Australia - foto Blue Lama

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