Lavoro venerdì 17 ottobre 2025 ore 07:00
Caso Pierburg, "aprire tavolo di crisi nazionale"

Preoccupazione per il futuro dei lavoratori dell'automotive in caso di cessione dell'azienda ad un fondo monetario statunitense. Appello di Cgil e Rsu
LIVORNO — "L’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento Pierburg (Rheinmetall) di Livorno, riunitasi in data odierna (ieri, ndr), ha approvato all’unanimità con 2 astenuti un Ordine del Giorno che dichiara lo stato di mobilitazione permanente in risposta all’annunciata cessione del settore automotive del gruppo Rheinmetall. Le indiscrezioni su una possibile vendita a un fondo finanziario statunitense, accompagnate dall’esclusione di altri stabilimenti europei (tra cui Germania e a quanto pare Francia), sollevano gravi preoccupazioni".
Lo dichiarano Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Livorno e Grosseto e le RSU Pierburg – Stabilimento di Livorno.
"L’operazione viene percepita come arbitraria e penalizzante per l’Italia, prefigurando uno “spezzatino” industriale inaccettabile. - prosegue la nota. L’Assemblea denuncia:
- Il tentativo inaccettabile di scaricare sui lavoratori il prezzo della ristrutturazione, mentre Rheinmetall sta facendo profitti.
- La totale mancanza di trasparenza sull’operazione societaria e sull’identità e solidità del potenziale acquirente;
- L’assenza di qualsiasi garanzia occupazionale e industriale per il futuro dello stabilimento livornese".
"Le richieste dei lavoratori a Rheinmetall:
1. La presentazione immediata di un documento ufficiale che chiarisca le motivazioni industriali della cessione;
2. La condivisione di un piano industriale dettagliato del nuovo acquirente, con impegni vincolanti e la responsabilità solidale di Rheinmetall;
3. La garanzia del mantenimento di tutti i livelli occupazionali, compresi i lavoratori somministrati, e della contrattazione integrativa;
4. Il rispetto pieno delle norme italiane ed europee anti-delocalizzazione", prosegue la nota.
"L’appello alle Istituzioni: La Rsu e la Fiom-Cgil chiedono al Comune di Livorno, alla Regione Toscana e al Governo l’apertura immediata di un Tavolo di Crisi Nazionale presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), per verificare la trasparenza dell’operazione e attivare ogni strumento necessario a difendere un asset industriale strategico per il Paese".
"L’assemblea ha conferito alla RSU e alla FIOM-CGIL il mandato esplicito di:
- Costruire un coordinamento nazionale con gli altri stabilimenti italiani del gruppo (Lanciano, Torino);
- Organizzare presidi, iniziative pubbliche e campagne di informazione;
- Rifiutare ogni forma di ricatto morale o ambiguità aziendale.
Se l’azienda intende voltare le spalle a chi ha prodotto ricchezza per suo conto, si assuma fino in fondo l’onere sociale e industriale della transizione. In caso contrario, garantisca la continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento di Livorno", si conclude la nota.
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