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Attualità venerdì 07 dicembre 2018 ore 09:13

Le perplessità del Consorzio Nautico

Consorzio Nautico di Livorno:"Le nostre perplessità sul progetto Porto Turistico e riorganizzazione del Porto Mediceo / Darsena Nuova"



LIVORNO — "Alla luce di quanto emerso nel corso dell’incontro tenutosi negli uffici della sede dell’Autorità Portuale di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale tra una delegazione del Consiglio Direttivo, intervenuta in rappresentanza del Consorzio Nautico di Livorno e il Responsabile dell’Area Demanio Dott. Gabriele Lami, riteniamo doveroso richiedere con urgenza un incontro al Sindaco di Livorno Filippo Nogarin, scrivono dal Consorzio Nautico:

"Attraverso questo intervento a mezzo stampa, siamo quindi a richiamare quanto prima l’attenzione del Primo Cittadino sul tema della prossima riorganizzazione degli specchi acquei del Porto Mediceo e della Darsena Nuova, finalizzata alla realizzazione del nuovo porto turistico. Un tema delicato,che tocca l’interesse della città tutta e non soltanto degli appassionati della piccola nautica; una questione che, non più tardi del febbraio scorso, aveva già visto il Sindaco schierarsi pubblicamente in prima linea, con competenza e efficacia, nella difesa di un’area che rappresenta un patrimonio imprescindibile nella storia e nella cultura della città dei Quattro Mori.

A dir poco negative difatti ci sono sembrate le condizioni intrinseche alla soluzione che, nel corso della citata occasione, ci è stata prospettata da Palazzo Rosciano. Il progetto si articolerebbe in primis nel rilascio di un’unica concessione dalla durata ventennale a un singolo interlocutore, individuato specificatamente nel soggetto Porta a Mare Spa (la società di trasformazione urbana nata nel 2003 e partecipata dal Comune di Livorno e da Azimut-Benetti S.p.A.).

Pur a fronte della garanzia che nei termini del rilascio della concessione sarà contemplato l’obbligo formale per la concessionaria a contrarre con tutti i circoli nautici forzati al trasloco e a garantire quindi una ricollocazione per tutti i diportisti che oggi trovano ormeggio nell’area interessata dalla trasformazione, tale clausola non ci appare una rassicurazione sufficiente.

Per quel che concerne l’aspetto economico, l’intervento prevede un investimento iniziale da parte della società concessionaria,chiamata a realizzare pontili e opere di urbanizzazione per una spesa complessiva che si stima essere intorno ai 450mila euro. Ma a fronte di questo esborso iniziale, la concessionaria rientrerebbe completamente già sin dal primo anno, attraverso il canone annuale richiesto ai vari circoli e, in maniera proporzionale, alla lunghezza dell’imbarcazione posseduta ai loro iscritti.

Una spesa che, conti alla mano, per i singoli privati risulterebbe assolutamente sproporzionata: il pagamento di tale cifra si dovrebbe difatti ripetere puntuale anche nei 19 anni a seguire, per l’intera durata della concessione. Tutte entrate che per la Porta a Mare Spa rappresenterebbero puro guadagno, ad esclusione soltanto delle uscite dovute alla straordinaria manutenzione di sua competenza. Chiare condizioni capestro, alle quali i diportisti dovrebbero aggiungere le uscite relative ai costi per la fruizione delle utenze di luce e acqua, in base al consumo effettuato. Al danno del trasloco forzoso, non certo richiesto, si andrebbe a aggiungere pure la beffa di vedere il conto in banca prosciugato. Questo soltanto per riuscire a conservare la barca ormeggiata.

Come se ciò non fosse sufficiente poi, la nuova organizzazione degli specchi acquei lungo i pontili dovrebbe svilupparsi nel rispetto delle norme di sicurezza, in maniera omogenea: vale a dire ospitando ciascuno barche delle medesime dimensioni. Ciò costringerebbe nel concreto i circoli nautici a smembrarsi, perdendo la possibilità di riunirsi fisicamente presso una sede e finendo per sdoganare un nuovo modello di circolo ‘diffuso’, utile in soldoni soltanto al concessionario per facilitarne la gestione sotto il profilo burocratico-finanziario. I circoli, al contrario, perderebbero completamente e in maniera irreparabile la loro tanto peculiare, quanto storica e virtuosa caratteristica di forte collante sociale".


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