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Lavoro sabato 23 luglio 2022 ore 15:59

"L'ospedale a corto di energia elettrica"

I sindacati Fp-Cgil e Uli-Fp lanciano l'allarme: “A rischio operazione e degenze per difficoltà energetiche, subito il nuovo ospedale"



LIVORNO — "La dirigenza dell’ospedale di Livorno è stata costretta a chiedere l’intervento del Prefetto per garantire l’approvvigionamento energetico ai reparti e alle sale operatorie - rivelano Simone Assirelli e Andrea Rizzini della Fp-Cgil, insieme a Emilio Chierchia di Uil-Fp -: è un fatto di gravità assoluta e che non può passare nel lungo elenco dei problemi da risolvere del nosocomio livornese. 

"Il campanello d’allarme che è suonato non può rimanere una eco superata dalla prossima emergenza - aggiungono -, se non ci sono state gravi ripercussioni per l’abbassamento della tensione elettrica è merito del pronto intervento del personale Asl Toscana nordovest e dell’immediata risposta di istituzioni e Enel, che Fp-Cgil e Uil-Fp ringraziano. Le parole dei responsabili tecnici e sanitari sono chiarissime, quanto accaduto potrebbe ripetersi, e alla base di queste difficoltà c’è la vetustà del presidio ospedaliero di viale Alfieri".

Dai sindacati si chiede così una accelerazione nella costruzione del nuovo ospedale, nonché misure per fronteggiare l'emergenza pandemica.

"A oltre due anni dall'inizio della diffusione del Covid-19 - scrivono in proposito - le difficoltà del presidio ospedaliero di Livorno purtroppo non solo permangono, ma crescono. I contraccolpi negativi sul personale e sulla cittadinanza sono sempre più evidenti, soprattutto in questi giorni in cui stiamo assistendo ad una ulteriore impennata di casi di coronavirus. I cittadini non riescono ad avere risposte in tempi utili alle loro esigenze e sempre più spesso sono costretti a rivolgersi al privato. Tutto ciò è dovuto alla carenza di personale infermieristico, tecnico sanitario ed OSS e un adeguato numero di medici in pianta organica".

"Purtroppo sempre più personale si sta infettando - aggiungono - e su questo stiamo conducendo degli approfondimenti per determinare eventuali responsabilità della direzione aziendale e/o della Regione. La situazione sta diventando insostenibile, si rischia un'implosione. Non è certo sfruttando le prestazioni aggiuntive che si risolvono le criticità attuali: servono nuove assunzioni, e al più presto. I lavoratori sono stanchi, hanno fatto e stanno facendo il massimo, hanno i loro diritti, ferie, part time per accudire i figli ed altro, ed invece sempre più spesso questi vengono loro negati".

"E' arrivato il momento di cambiare rotta - concludono da Fp-Cgil e Uil-Fp -. Noi non siamo più disposti ad aspettare. In mancanza di risposte concrete, ci mobiliteremo in tutti i modi possibili per provare a cambiare il sistema, ossia per garantire il mantenimento del Sistema sanitario pubblico e condizioni di lavoro più accettabili che rispettino ritmi e carichi di lavoro. La sanità pubblica non si paga sulle spalle degli operatori".


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