Attualità giovedì 28 maggio 2020 ore 17:06
Rete impigliata sui fondali, immersione a 40 metri

La guardia costiera l'ha recuperata al largo di Calafuria. La complessa operazione ha richiesto due squadre di subacquei
LIVORNO — La guardia costiera ha recuperato una rete da pesca sui fondali di Calafuria. Si trovava adagiata su un fondale roccioso compreso tra i 30 mt e i 40 mt di profondità, impigliata ad uno scoglio.
Molto probabilmente si trovava là ormai da tempo. Il recupero, infatti, non è stato semplice perché l’ecosistema corallino, nel tempo, aveva creato sulla rete il suo habitat. Gli operatori subacquei, data la notevole profondità e la complessità delle operazioni di rimozione, si sono alternati in due squadre per garantire la necessaria accuratezza nell’intervento ed arrecare il minimo danno all’ecosistema. Per tale ultimo motivo si è ritenuto più proficuo lasciare sul posto alcuni piccoli tratti di rete oramai inglobati dalle concrezioni marine.
"Con la definizione di reti fantasma - spiega la guardia costiera- si identificano tutte quelle attrezzature da pesca (quindi non solo reti ma anche ad esempio nasse, palangari e altro) che finiscono abbandonate sui fondali marini. Le cause sono molteplici, ma quelle primarie sono: ostacoli come rocce, secche o relitti dove le reti si possono incagliare oppure le forti mareggiate o forti correnti; distacchi accidentali causati dal passaggio di imbarcazioni; condizioni meteo avverse che richiedono l’abbandono per motivi di sicurezza o anche l’abbandono volontario. Come è facilmente intuibile questi attrezzi costituiscono un serio pericolo per la fauna marina che vi rimane intrappolata e per il deturpamento dell’ambiente marino".
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