Attualità martedì 22 dicembre 2015 ore 07:00
"Sanità, riforma ok ma con servizi territoriali"
Spi-Cgil: "Oltre alla riduzione dei centri di governo e dei cosi diminuiranno anche i posti letto negli ospedali con l'obiettivo di risparmiare"
LIVORNO — “Sanità: Cosa succede nei
territori?” è questa la domanda che lo Spi Cgil provincia di
Livorno fa alle istituzioni locali e regionali all’indomani
dell’inizio della discussione in Consiglio regionale della nuova
legge di riforma della sanità Toscana.
“La legge -si legge in una nota del sindacato- prevede la riduzione delle attuali Asl e l’accorpamento in
3 grandi macroaree, con la conseguente riduzione dei centri di
governo e dei costi, ma sarà operata anche una riduzione dei posti
letto ospedalieri, con l’obiettivo di risparmiare risorse. Il
quadro che emerge, quindi, non è affatto semplice”.
“Per quanto riguarda la provincia di Livorno – prosegue lo Spi - non è chiaro cosa succederà con la creazione dell’ospedale di secondo livello, derivante dall’unificazione funzionale dei presidi di Cecina e Piombino, così come il ruolo e il destino del percorso di ristrutturazione del presidio ospedaliero di Livorno e le azioni di supporto per consolidare l’ospedale elbano. Questo nuovo modello sanitario sconta soprattutto il fatto che, a fronte di una riduzione di posti letto della rete ospedaliera, dovrebbero essere creati un sistemi di servizio integrato sui territori territorio, le Case della Salute. I percorsi post ospedalieri, però, non sono stati pienamente attivati, né sono state potenziate l’assistenza domiciliare integrata e le attività di diagnostica e ambulatoriali, volte a ridurre i tempi di attesa e garantire la presa in carico del cittadino”.
“La Regione a suo
tempo aveva stanziato le risorse necessarie per costruire un modello
di servizio più capillare attraverso le Case della Salute che, però,
nella provincia di Livorno non sono state create – conclude lo Spi
- Dove sono finite queste risorse? Quali sono i tempi di
realizzazione di queste strutture essenziali per garantire ai
cittadini un’ adeguata assistenza? Queste sono alcune delle
risposte che gli Enti Locali e la Regione dovrebbero sforzarsi di
fornire, in quanto il rischio è di ritrovarci con un nuovo assetto
sanitario inadeguato perché carente dei servizi territoriali
essenziali a garantire ricadute positive sui bisogni di salute e di
assistenza dei cittadini, a partire dalle fasce sociali più’
deboli”.
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