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A Barcellona la protesta con le pistole ad acqua contro il turismo di massa
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Lavoro domenica 13 novembre 2016 ore 15:12

Si ferma il servizio spazzamento

Gli operatori dell'azienda Avr, che gestisce lo spazzamento nella città di Livorno, domani sciopereranno per l'intera giornata



LIVORNO — Lo sciopero, che avrebbe dovuto tenersi il 31 ottobre, è slittato per la volontà di lavoratori e sindacati di mantenere aperto un tavolo che, però, non ha portato a nessun accordo.

Dopo due mesi di lavoro dei sindacati per cercare una mediazione, tra azienda e lavoratori si riaccende un aspro conflitto e i motivi sono gli stessi che avevano portato al tavolo prefettizio del luglio scorso: "L'azienda - spiegano Cgil, Cisl e Uil, ha nuovamente assunto personale a tempo determinato senza applicare il contratto nazionale di settore, il Fise-Assoambiente previsto anche dal bando di appalto, ma il Multiservizi, con l'aggravante, stavolta, di non aver rispettato le forme di precedenza nelle assunzioni previste dagli accordi sindacali sottoscritti a livello nazionale".

“Avr ci riprova – sottolineano le organizzazioni sindacali – non richiama gli stagionali a cui era stata costretta ad applicare il Fise, in violazione della clausola di prelazione prevista, ma chiama persone nuove a cui cerca di applicare il multiservizi, contratto peggiorativo delle condizioni di lavoro, sia in termini di diritti che economici”.

Restano poi in piedi - spiegano sempre i sindacati - tutte le criticità che i lavoratori, le lavoratrici e le loro rappresentanze lamentavano già in estate: "Pessime relazioni sindacali, tensione che inficia il clima nell'ambiente di lavoro e mancato rispetto dei tempi vita lavoro, soprattutto per coloro che hanno carichi familiari importanti".

“Come se lo stato di agitazione e i passaggi prefettizi di tre mesi fa non fossero mai avvenuti – concludono i sindacati – gli impegni che l'azienda aveva assunto non sono stati assolutamente rispettati e oggi la situazione è divenuta intollerabile, l'assunzione con il multiservizi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e, questa volta, nonostante i dovuti tentativi di raffreddamento, non è stato possibile addivenire a forme di mediazione che scongiurassero la mobilitazione”.


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