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Cronaca giovedì 17 luglio 2025 ore 18:05

Accosti porto di Livorno, tre condanne

Cinque invece le assoluzioni nel processo di appello. Nel processo di primo grado gli imputati erano stati tutti assolti



FIRENZE — Il processo di appello relativo ai presunti illeciti nella concessione temporanea di alcuni accosti nel porto di Livorno, che, secondo l'accusa, avrebbe favorito alcuni armatori, si è chiuso con tre condanne e cinque assoluzioni. 

Nel processo di primo grado il tribunale di Livorno aveva invece assolto tutti gli imputati.

I giudici della prima sezione della Corte di appello hanno condannato per due episodi di falso ideologico a un anno di reclusione con la concessione dei benefici della pena sospesa e non menzione Stefano Corsini, ex presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale, l'ex segretario generale Massimo Provinciali e Corrado Neri, ex presidente della Sintemar spa. 

Per loro e per altri cinque imputati è caduta invece l'accusa di abuso di ufficio perché il fatto per legge non rappresenta più un reato.

Fra gli assolti Costantino Baldissara, manager di Grimaldi Group, Corrado Neri, ex componente del cda Sintermar spa, l'ex dirigente dell'area Demanio Matteo Paroli, Luca Becce, ex amministratore delegato di Terminal Darsena Toscana e Massimiliano Ercoli, amministratore delegato di Seatrag.

Nonostante l'assoluzione dovranno però risarcire i danni alla Porto dibLivorno 2000 srl e a Livorno Terminal Marittimo srl che si erano costituiti parte civile. 

Assoluzione definitiva per Federico Baudone, ex procuratore della Sintermar.

Sono invece caduti in prescrizione altri cinque episodi di falso ideologico.

L'inchiesta era scaturita dagli esposti presentati da due società che segnalavano ripetuti atti dell'autorità portuale di Livorno volti a favorire l'armatore Grimaldi, Sintermar e Seatrag ai danni di altre aziende. 

In base alle indagini della Guardia di finanza, dirette dalla procura di Livorno, l'Autorità di Sistema portuale del Mar Settentrionale, per anni avrebbe assegnato sistematicamente in via esclusiva alcune banchine per movimento merci senza mai bandire una gara pubblica per l'assegnazione a terzi di beni demaniali, utilizzando un provvedimento temporaneo di autorizzazione destinato per far fronte a esigenze contingenti.


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