Lavoro giovedì 06 novembre 2025 ore 06:30
Gorgona, "realtà carceraria abbandonata"

Il Sinappe, sindacato di polizia penitenziaria, chiede interventi per una situazione che presenta varie criticità: dall'organico a strutture e mezzi
ISOLA DI GORGONA — Lo scorso 4 Novembre 2025, una delegazione del Sindacato Sinappe ha effettuato una visita per confrontarsi con i poliziotti penitenziari presso la Casa di Reclusione di Gorgona, sezione distaccata della Casa Circondariale di Livorno. La delegazione, come spiega il Sinappe in una nota, era composta dal Segretario Provinciale di Livorno, Candia Agostino, edal Segretario Locale, Ardovini Francesco.
"Durante l’incontro con il personale, sono emerse criticità ormai note e da tempo denunciatedal nostro sindacato. - si legge nella nota - La realtà penitenziaria di Gorgona, situata in un contesto ambientale di straordinaria bellezza e parte integrante del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, continua a rappresentare un presidio penitenziario dalle grandi potenzialità, purtroppo oggi penalizzato da isolamento operativo, carenze strutturali e gravi deficit di organico. Attualmente la struttura ospita 93 detenuti, ma la capienza è destinata a crescere fino a 110 nelle prossime settimane, con una prospettiva di raggiungere circa 140 presenze. A fronte di questo aumento, il personale in servizio si riduce a 24 unità di Polizia Penitenziaria, comprendenti coordinatore, sottufficiali e agenti".
"Un dato allarmante se si considera che la pianta organica minima per garantire i livelli di sicurezza con circa 80 detenuti prevedrebbe 35 unità, mentre in regime di piena capienza servirebbero oltre 50 poliziotti penitenziari. - prosegue il sindacato - Più volte il Sinappe ha richiesto la sostituzione delle unità mancanti a seguito di trasferimenti e pensionamenti, anche in occasione di incontri ufficiali con le autorità ministeriali, tra cui quello con il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Delmastro avvenuto proprio sull’isola".
"Nonostante le promesse di 6 nuovi agenti da assegnare attraverso interpello straordinario, ad oggi tali immissioni non si sono concretizzate. - prosegue il Sinappe - Solo nel corso del 2025 si sono registrate otto mancanze di personale, compensate solo da tre sostituzioni. Alle carenze di organico si sommano gravi disagi logistici e strutturali".
"Da oltre cinque mesi il personale è costretto a lavarsi con acqua fredda, a causa della caldaia guasta che alimenta la caserma agenti e la foresteria, ancora non riparata. A questo si aggiungono mezzi di movimento ormai vecchi e inadeguati, che rendono difficoltosi gli spostamenti e le attività operative sull’isola, aggravando ulteriormente lecondizioni di lavoro del personale. Inoltre, la chiusura del bar agenti nelle ore pomeridiane e serali priva il personale di un essenziale spazio di ristoro e socialità, incidendo ulteriormente sul benessere e sulla motivazione di chi già opera in condizioni di forte isolamento. Non meno preoccupante è il crollo del muro sottostante il giardino in via del Porto, prospiciente la caserma agenti, che testimonia lo stato di abbandono manutentivo in cui versa l’isola".
“Gorgona, un tempo fiore all’occhiello dell’Amministrazione penitenziaria e modello di custodia attenuata, oggi rischia di diventare un simbolo di incuria e disattenzioneistituzionale”, dichiara il segretario provinciale Agostino Candia.
“È urgente un piano straordinario di intervento – prosegue – non solo per ripristinare condizioni dignitose di lavoro e sicurezza, ma anche per valorizzare le potenzialità produttive e ambientali dell’isola, favorendo l’apertura alla vendita dei prodotti agroalimentari e artigianali generati all’interno del penitenziario. Questo consentirebbe, almeno in parte, di recuperare gli ingenti costi di gestione pubblica che da anni gravano sull’amministrazione.”
"Il Sinappe ribadisce la propria vicinanza al personale di Polizia Penitenziaria in servizio sull’isola di Gorgona e sollecita l’Amministrazione a intervenire con tempestività per garantire sicurezza, dignità e valorizzazione di un presidio penitenziario unico nel suo genere, che non può e non deve essere lasciato al proprio destino", conclude il sindacato.
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