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Cronaca giovedì 31 maggio 2018 ore 13:00

La mano della 'ndrangheta per evadere il fisco

Per questo sono finiti in manette il Viceprefetto dell'Isola d'Elba e altre nove persone. Sequestrati esplosivi e tabacchi di contrabbando a Livorno



LIVORNO — Un'associazione a delinquere costruita attorno a due capi che pianificava e realizzava frodi fiscali "nel settore del commercio internazionale di prodotti alcolici, con l'intento di sottrarsi completamente al pagamento delle accise" e operava anche nel contrabbando.

Un'attività illecita sgominata dalla Guardia di Finanza di Livorno che dalle prime luci dell'alba, su ordine del Procuratore Capo della Repubblica di Livorno Ettore Squillace Greco e un’ordinanza emessa dal Gip del locale Tribunale Marco Sacquegna, ha portato all'applicazione della misura cautelare personale nei confronti di nove persone, di cui due in carcere e sette agli arresti domiciliari (uno dei quali già arrestato, nel corso delle indagini, per altri reati). Nel corso delle investigazioni, era già stato arrestato in flagranza di reato un altro soggetto durante lo scorso novembre.

Gli inquirenti hanno stimato profitti illeciti per centinaia di migliaia di euro, garantiti attraverso viaggi "fittizi" relativi a carichi di prodotti alcolici, gravati da rilevanti imposte di fabbricazione, che, predisponendo falsi documenti di trasporto, venivano fatti transitare attraverso depositi fiscali compiacenti, per poi essere esportati verso destinazioni extra-Ue grazie a una documentazione fittizia.

Secondo quanto scoperto dagli inquirenti nell'operazione Vicerè, la banda era guidata dal viceprefetto dell'Isola d'Elba Giovanni Daveti e dal boss della 'ndrangheta Giuseppe Belfiore che aveva anche rilevato una società di trasporti di Torino, di fatto non più operativa e individuata da un commercialista torinese, finito ai domiciliari: in questo modo l''organizzazione ha affittato un capannone a Castelnuovo Don Bosco (Asti) per costituire un proprio "deposito fiscale" da utilizzare strumentalmente nelle operazioni illecite, almeno 30 al mese ciascuna in grado di far evadere accise dovute per circa 90/100 mila euro.

Fra gli altri finiti in manette figurano un commercialista di 50 anni di Torino, un livornese di 41 anni, un altro di 53, tre uomini di Faenza, un 38enne di Trani.

I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere, porto abusivo di esplosivi detenuti al fine di compiere un atto di intimidazione, indebita compensazione di debiti tributari con crediti inesistenti, contrabbando di 9 tonnellate di tabacchi lavorati esteri e illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcolici, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.

Le indagini, dirette dal citato Procuratore Capo della Repubblica, hanno tratto le mosse da un controllo per abusi edilizi avviato in un Comune dell’Isola d’Elba: sulla base dell’emersione di indizi di attività illecite poste in essere dal Viceprefetto, nella primavera del 2017, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Livorno e della Compagnia di Portoferraio hanno sviluppato le indagini che hanno consentito di rilevare come il pubblico dirigente fosse coinvolto in plurimi contesti illeciti, comunque in alcun modo connessi con il ruolo e le funzioni istituzionali ricoperte.

Da ultimo in termini temporali, i soggetti indagati sono risultati direttamente coinvolti nel traffico di un ingentissimo carico di tabacchi lavorati esteri, pari a 9 tonnellate di sigarette, per valore complessivo di 1,5 milioni di euro, che si accingevano a far entrare di contrabbando nascosto all’interno di un container diretto in Italia giunto, via mare, nel porto di Livorno. Venerdì scorso, il contenitore proveniente dal porto africano di Bissau (Guinea Bissau) con scalo a Tangeri (Marocco) che figurava trasportare tavoli e sedie di legno, è stato intercettato e sequestrato dai militari della Guardia di Finanza e dalla Dogana.

Complessivamente, i militari della Compagnia di Portoferraio e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Livorno hanno denunciato 27 persone.

Perquisizioni sono avvenute a Livorno, Portoferraio, Rosignano Marittimo, in provincia di Torino, Asti, Padova, Ravenna, Forlì, Pisa, Pistoia, Campobasso, Napoli, Salerno, Lecce e Brindisi coinvolgendo circa 120 militari.


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