Attualità mercoledì 26 febbraio 2025 ore 19:00
Moby Prince, "sconcertati da parole del pm"

Dopo le parole del procuratore Agnello i parenti delle vittime chiedono che la commissione parlamentare vada avanti nella ricerca della verità
LIVORNO — "Ascoltando il procuratore di Livorno Maurizio Agnello alla commissione parlamentare di inchiesta sul disastro Moby Prince ci è sembrato di essere tornati indietro al 1991. Le sue affermazioni sono particolarmente sconcertanti".
Lo hanno dichiarato affermano in una nota congiunta i presidenti delle due associazioni che rappresentano i familiari delle 140 vittime del traghetto Moby Prince, Luchino Chessa e Nicola Rosetti.
"Dopo 34 anni è tornato a parlare di nebbia come possibile causa della collisione e di un traghetto troppo veloce che con una rotta lineare centra la petroliera ancorata in zona interdetta all’ancoraggio e con la prua a nord. - hanno proseguito Chessa e Rosetti - Scenari oramai superati e che attribuiscono la responsabilità della più grave tragedia della navigazione mercantile italiana e la più grande strage sul lavoro alla condotta imprudente dell’equipaggio del Moby Prince".
Chessa e Rosetti hanno inoltre aggiunto il procuratore "supporta le sue affermazioni in particolare sulle dichiarazioni dell’unico sopravvissuto del Moby Prince, il mozzo Alessio Bertrand, che ha modificato numerose volte le sue deposizioni; e comunque riferisce della presenza di nebbia solo successivamente il 10 aprile e non per averla vista ma perché gli è stato riferito da un altro membro dell’equipaggio subito dopo la collisione".
Inoltre hanno proseguito "Agnello confida che tutti siano morti in poco tempo, ma le perizie della prima commissione parlamentare del Senato hanno evidenziato senza dubbio una sopravvivenza di ore per molte persone e ipotizza che se i soccorsi fossero stati adeguati non avrebbero recuperato persone vive: ci auguriamo che la Commissione parlamentare non tenga conto delle varie suggestioni, da chiunque provengano, e degli scenari emersi da questa audizione che fa solo male alla ricerca della verità e che vada per la sua strada, anzi chiediamo come intenda procedere d'ora in poi".
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